All’inizio del ‘900 non era facile vivere come pittore, specialmente in una realtà come Parigi. Lo sapeva benissimo Emile Zola, che qualche anno prima aveva dedicato il romanzo “L’opera” agli amici Impressionisti, uno su tutti Paul Cézanne, che si risentì parecchio del “paragone” con la vita del pittore Claude. E lo sapeva bene anche Picasso, che a corto di soldi spesso utilizzava tele già dipinte, sacrificando così vecchi quadri, come fece per tutta la vita. Non esce da questa “abitudine” di gioventù nemmeno il dipinto Ironing Woman, che raffigura una donna “in blu” china su un ferro da stiro, che schiaccia con tutto il suo peso la stoffa sul piano.
Dal 1989 si era a conoscenza che sotto questa tela vi fosse un altro ritratto; un viso di uomo raffigurato di tre quarti, con un paio di baffi. Se fosse stato Picasso l’autore e chi fosse l’uomo raffigurato nessuno l’ha mai saputo.
Inizialmente alcuni esperti pensarono che l’immagine potesse essere un ritratto di Benet Soler, un sarto di Barcellona e amico del pittore che aveva contribuito a sostenerlo in quegli anni di magra. Donato al Guggenheim di New York dal commerciante e collezionista tedesco Justin K. Thannhauser nel 1978, è da allora uno degli highlights del museo. In occasione della mostra “Picasso Black & White”, in scena dal mese scorso, il dipinto è stato pulito nello scorso settembre grazie al pennello di Julie Barten, anziana conservatrice del museo. Quello che è risultato dall’operazione è una versione più lucida della superficie e una percezione molto più chiara del senso del dipinto sottostante: il quadro non appare più così intensamente blu, ma si tratta di un lavoro di transizione, il passaggio dal Periodo Blu e la sua prefigurazione Periodo Rosa, secondo le dichiarazioni di Barten.
Al fine di ottenere un’idea più chiara della figura che capeggia sotto la “Dama con il ferro da stiro”, i conservatori del Guggenheim hanno chiamato John K. Delaney, ricercatore senior presso la National Gallery of Art di Washington. L’uso di due tipi di telecamere a infrarossi, sia iper che multi-spettrali – hanno rivelato immagini molto più dettagliate rispetto al fantasma: per la prima volta la forma degli occhi dell’uomo e i baffi sono stati resi visibili, così come la parte dei capelli e un foulard rosso al collo. E la tecnologia ha anche rivelato che Picasso ha lottato con il posizionamento di uno degli occhi dell’uomo, cercando di renderlo in due diverse posizioni.
E con gli indizi raccolti, ora si può affermare quasi con certezza che l’uomo ritratto sia Mateu Fernández de Soto, scultore e fratello di Ángel Fernández de Soto, dandy che Picasso aveva ritratto nel 1903. Anche se la Barten afferma che si tratti di Ricard Canals, un altro artista, che però si considerava rivale di Picasso.
Insomma, per ora nella mostra “Picasso Black & White” c’è un’altra vita, un’opera in più, dipinto tra il 1901 e il 1904. Ma gli occhi umani potranno solo vederlo con la fantasia, o per lo meno conoscendo il risultato delle radiografie.