Inguine.net chiede infatti agli artisti di creare proprio l’immagine di DEUS IRAE “il Dio della collera”, colui che ha causato nel mondo l’orrore atomico in un mondo dove (dopo la catastrofe che ha messo fine alla terza guerra mondiale), due Chiese si disputano i pochi sopravvissuti e i loro discendenti, flagellati dalle mutazioni.
Una delle Chiese, quasi una proiezione del Vecchio Testamento, venera Deus Irae, il dio della collera, colui che ha causato nel mondo l’orrore atomico. Un Michelangelo senza braccia né gambe, Tibor McMasters, viene incaricato di realizzare il suo ritratto per rianimare la fede dei seguaci. Dovrà intraprendere un viaggio alla sua ricerca, attraverso una terra devastata e popolata di esseri bizzarri e mortali: insetti giganti, robot megalomani, sfingi-sirene elettroniche che cercano di attirare gli umani in un bagno d’acido.
Tutti i lavori saranno raccolti in un unico lavoro visibile mediante un computer ed esposti nella mostra I Pennelli Elettrici e verranno pubblicati in rete sul sito www.inguine.net .
i termini di partecipazione sono così fissati
La Scadenza è fissata al 15 marzo 2003
1) Fumetto
Sono ammessi lavori senza limitazione di tecnica esecutiva, materiali e supporti.
Da presentare:
– 1 tavola in B/N o colori;
2) Illustrazione
Sono ammessi lavori senza limitazione di tecnica esecutiva, materiali e supporti.
Da presentare:
– 1 illustrazione in B/N o colori;
3) CoverDesign
Sono ammessi lavori senza limitazione di tecnica esecutiva, materiali e supporti.
Da presentare:
– 1 illustrazione in B/N o colori;
800×600 pixel 300 dpi
4) FlashDesign
Sono ammessi lavori senza limitazione di tecnica esecutiva, materiali e supporti.
Da presentare:
– 1 animazione in B/N o colori;
dimensione massima 800×600 pixel
Il materiale può essere spedito a: Gianluca Costantini, Via Ferretti n.18, 48100 Ravenna, oppure via e-mail a inguine@email.it
altre informazioni e materiale utile
P.K. Dick e R. Zelazny, con una collaborazione di cui non sono chiari gli estremi, hanno portato a termine quest’opera dopo una gestazione durata ben dodici anni, e precisamente sino al 1975, mentre la prima pubblicazione risale al 1976.
Presumibilmente Dick avrebbe scritto i primi capitoli del libro, segnati da riflessioni e numerosi spunti teologici, mentre a Zelazny sarebbero attribuibili i capitoli centrali, nei quali si ritrova uno stile narrativo contraddistinto da dialoghi con tonalità spesso brillanti, stile poco usato da Dick.
Questa sorta di road movie fantastico, che vede l’artista focomelico Tibor McMasters sulle tracce nientemeno che della parte umane del Deus Irae, realizza in un grande apparato dove la tecnologia riveste una grossa importanza in tutta la costruzione narrativa, ed un ruolo sicuramente non positivo – come del resto è nella tradizione dckiana. Le macchine narrate dai due autori sono dotate di personalità schizoide, sono egocentriche ed imperfette, ma sono sopratutto crudelmente vive. Tra questi “esseri” di metallo merita sicuramente rilievo il mega computer cannibale “Il Grande C”, residuato, come tutto il resto, del periodo prebellico, il quale fagocita esseri umani per mantenersi in vita – tra l’altro con il titolo “The Great C” Dick pubblicò negli anni ’50 un racconto sulla rivista specializzata Cosmos Science Fiction and Fantasy.
Durante il viaggio dell’artista “incompleto”, davanti al lettore sfilano tutta una serie di animali e di uomini
Molto ben riuscita la descrizione dei tentativi del cristiano Pete Sands di avvicinarsi alla comprensione di Dio – quello cristiano però – attraverso l’uso di anfetamine, sino all’incontro con il vaso d’argilla HO ON, dal quale proviene l’unico messaggio realmente divino.
In questo mondo tormentato – sensazioni simili in “do androids dream of electric sheep?” o, seppur nella feroce normalità della borghesia bianca americana degli anni ’50, in “L’uomo dai denti tutti uguali” – l’unico essere che riesca a “vedere” la realtà è la ragazza ritardata Alice – evidente il richiamo – che, liberatasi della propria membrana mentale, si ritrova partecipe della salvezza senza senso a cui si perviene in questo tragicomico romanzo.
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