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Il messaggio della rivoluzione. Elena Mazzi vince il Premio Ermanno Casoli

di - 19 Giugno 2018
Elena Mazzi si aggiudica il Premio Ermanno Casoli, uno dei più importanti riconoscimenti nel campo dell’arte contemporanea in Italia, con Mass age, message, mess age (Elica 2018), progetto che fa parte di una ricerca in progress avviata dall’artista nel 2015 e incentrata sulle dinamiche di interpretazione e fraintendimento sottese alle strategie di comunicazione.
Giunto alla sua XVII Edizione, il Premio permette a un artista di realizzare un’opera d’arte destinata a un’azienda, con la partecipazione attiva delle persone che vi lavorano. Il progetto, infatti, prevede un workshop che si terrà a Fabriano, in Elica, azienda leader mondiale nella produzione di cappe ad uso domestico, il 28 e il 29 giugno 2018, nell’ambito di E-STRAORDINARIO, il programma ideato dalla FEC-Fondazione Ermanno Casoli che, da anni, porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa quale strumento rivolto alla formazione aziendale.
Elena Mazzi, nata nel 1984 a Reggio Emilia e fautrice di un approccio antropologico alla materia estetica, è stata scelta proprio per «l’interesse da lei dimostrato verso le pratiche dell’arte partecipativa o context specific, dando prova di una particolare abilità nell’attivare percorsi virtuosi di collaborazione con gruppi e istituzioni che, a vario titolo, promuovono forme di partecipazione civica, progetti di ricerca collaborativa, esperimenti di educazione alternativa e campagne di sensibilizzazione su questioni socio-politiche, tutti temi molto cari alla Fondazione Ermanno Casoli», ha spiegato il curatore del Premio, Marcello Smarrelli.
Il percorso che Elena Mazzi ha avviato con Mass age, message, mess age parte dallo studio della parola “rivoluzione” nel suo significato più ampio di cambiamento radicale nelle strutture sociali, declinabile in diverse epoche storiche e in numerosi ambiti del sapere, che non può prescindere dall’analisi della comunicazione tra gli individui di una stessa comunità. Cosa succede quando vogliamo trasmettere un’informazione, anche solo una parola? Riusciamo a fare in modo che il nostro interlocutore capisca esattamente quello che noi stiamo dicendo o esattamente ciò che intendiamo? L’obiettivo è analizzare le modalità attraverso cui la comunicazione tra individui di una stessa comunità cambia quando interrotta da distorsioni e problematiche.
Coerentemente con gli obiettivi della propria ricerca, venerdì, 29 giugno, Mazzi, coadiuvata dal trainer specializzato in formazione aziendale, Diego Agostini, della società di consulenza Commitment, inviterà 20 dipendenti di Elica a lavorare sull’individuazione di parole tratte dal linguaggio manageriale di uso quotidiano, al fine di creare un glossario da utilizzare per il gioco del telefono senza fili. I partecipanti potranno avere un’esperienza diretta delle condizioni di interruzione e distrazione in cui il messaggio può incorrere quando deve passare dal mittente al destinatario. Partecipanti alla performance e giocatori, saranno chiamati a creare elementi che facilitino o intralcino la comunicazione verbale attraverso l’assemblaggio, creativo ma funzionale, di oggetti costruiti con materiali scelti tra quelli che caratterizzano la produzione industriale di Elica. Oggetti realizzati e parole utilizzate durante l’attività di formazione confluiranno in una grande installazione dal titolo Mass age, message, mess age (Elica 2018), che sarà inaugurata in autunno nella sede aziendale di Fabriano.

In home: Elena Mazzi, Mass age, message, mess age, 2015, Spazio Barriera Torino. Foto Nadia Pugliese

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