Al Nhow Hotel di Milano, è in esposizione “Wemen”, mostra collettiva in cui artisti e designer scelti dalla curatrice Elisabetta Scantamburlo entrano in scena per comunicare e confrontarsi su un tema di attualità: il dialogo tra il genere maschile e femminile. Due mondi attanagliati da divergenze evidenti ma che trovano un punto d’incontro per unirsi e interagire. Artisti e designer indagano nel profondo queste due realtà, arrivando a scoprirne le zone più profonde.
Attraversando il tunnel d’ingresso dell’albergo veniamo accompagnati da un’onda che ci prende per mano e ci porta negli interni dell’edificio. Prima di oltrepassare la soglia, due ali ci abbracciano, un’opera realizzata dall’artista Simona SantaSeveso che indaga l’importanza dell’epidermide come fattore di identità umana e la necessità di accettarci in modo poi da poter prendere il volo. Appena entranti ci inoltriamo nei dipinti dell’artista albanese Arian Llani che, richiamando il cubismo di Picasso, rappresentano un uomo e una donna che si percepiscono ma non totalmente. È l’individuo di oggi, in continuo cambiamento, soggetto alle difficoltà della vita e costretto a confrontarsi sia come singolo che come coppia. A richiamare la figura femminile e maschile nella pittura è Paolo di Rosa, con le linee che si muovono sinuose in contesti metafisici, dove un filo li unisce o li separa ma non li abbandona. Non manca l’utilizzo del linguaggio fotografico, come nelle opere analogiche di Richard Heeps, che si sofferma sulle trasformazioni, avvenute negli ultimi dieci anni, nel mondo della moda e nel ruolo della donna visto dal sesso maschile, identificato da una presenza ambigua. Da contrapporre all’arte, all’interno degli spazi, troviamo allestimenti realizzati con opere di design, ne è un esempio la panca realizzata dal designer brasiliano Sérgio Matos, in cui le linee rosse in metallo si intrecciano, identificando l’unione tra maschile e femminile. E poi le sedute di Anacleto Spazzapan, in apparenza prive di pesantezza corporea, esili e fragili ma che rivelano il loro lato solido. Il materiale stesso identifica il genere che si vuole rappresentare e, in questo caso, è il ferro che raffigura caratteristiche di fattezza maschile.
I pezzi selezionati vogliono richiamare l’attenzione sul movimento di unione tra gli opposti, figure che nascono singolarmente ma prendono valore e spessore nel momento in cui comunicano con altre. (Gaia Tonani)