Paolo Giulierini sarà riconfermato alla direzione del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La notizia è stata confermata questa mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’Annual Report del 2018 del museo napoletano, alla quale hanno partecipato Patrizia Boldoni, Presidente Consiglio Scientifico Arti e Cultura della Regione Campania, Ludovico Solima, Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e ideatore e coordinatore del Piano Strategico 2016-2019 e dei relativi report annuali, e Antonio Lampis, Direttore Generale Musei del Mibac.
Durante la presentazione, è stato lo stesso Lampis ad annunciare l’avvio del procedimento amministrativo di conferma per il Direttore GIulierini anche per il quadriennio 2019-2023: «Si è dimostrato al top della performance sia sul piano annuale che quadriennale e ciò giustifica pienamente la sua riconferma».
«Sono onorato delle parole del Direttore Generale e per questo ringrazio, oltre a lui, il Ministro e il dott. Panebianco. Lavorare per il MANN ed essere al servizio di Napoli è un privilegio che va onorato con tutte le forze. Dobbiamo finire un lavoro e lo condurremo a termine, riportando il MANN nel suo naturale status, quello di più grande museo archeologico del mondo dell’arte classica», ha dichiarato Giulierini, che fu nominato nel 2015, nell’ambito della riforma dell’allora ministro
Dario Franceschini e fu difeso a spada tratta dal personale del museo anche nell’estate del 2017,
quando una sentenza del TAR mise in discussione le nomine dei superdirettori. Giulierini, toscano, specializzato in etruscologia e amatissimo a Napoli,
ha ricoperto ad interim anche il ruolo di direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, prima della nomina, a giugno, di
Fabio Pagano.
Ma l’occasione è stata utile anche per avere un quadro della situazione generale del museo di archeologia che, effettivamente, negli anni a guida Giulierini non solo ha confermato il suo status nella classifica dei siti culturali più visitati in Italia ma ha anche avviato una serie di collaborazioni nazionali e internazionali di prestigio, per esempio con il
Parco Archeologico del Colosseo, con l’Hermitage di San Pietroburgo, il Louvre di Parigi e il
Porto di Los Angeles.
Oltre 613mila ingressi (+16% rispetto al 2017), 23 mostre organizzate in sede e 53 esposizioni realizzate in Italia ed all’estero con 1450 reperti dell’Archeologico, 727 le operazioni di restauro concluse. Appena terminata la mostra dedicata ad
Antonio Canova,
da pochi giorni ha riaperto al pubblico la sezione sulla Magna Grecia, chiusa da 20 anni. Parallelamente, è stata implementata anche la comunicazione online integrata tra sito e pagine social ed è stato avviato il processo di digitalizzazione del patrimonio grazie alla piattaforma
Google Arts&Culture.