04 febbraio 2010

Il Padiglione Italia di Sgarbi? Via i critici, spazio agli “esponenti della cultura”

 

di

Vittorio SgarbiAdesso non ne ho idea, non è facile saperlo subito”. Così esordisce Vittorio Sgarbi nella sua rubrica sul settimanale Oggi, rispondendo idealmente ai tanti che gli chiedono come sarà il suo Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2011.
Ma poi qualche idea mostra già di averla, e la delinea chiaramente, generale ma certamente in grado di far partire la solita ridda di polemiche. La più “forte”? “Si potrebbe chiedere a noti esponenti della cultura del nostro Paese quale idea abbiano dell’arte italiana dei nostri tempi. Sono sicuro che ne uscirebbe un quadro più interessante di quanto possano dare i soliti critici, esponenti del commercio e del collezionismo di mestiere, tendenzialmente isolati dal tessuto più vivo della società italiana”.
E la nomenclatura artistica è servita, resta da capire chi siano questi “esponenti della cultura”, e che idee metteranno in campo. Come resta da capire quale sarà la sinergia con la ricorrenza dei 150 anni della nascita dello Stato unitario, che ci sarà proprio tra due anni, e che il critico non manca di ribadire anche in questa occasione.
Tutto qui? No, perché in pentola bolle anche una “dislocazione delle mostre oltre le pareti del Padiglione Italia, e la loro itinerarietà a Biennale conclusa, per un proficuo dialogo dell’Italia con il resto del mondo. Ogni mio sforzo, comunque, sarà finalizzato a fornire un contributo, perché l’arte dei nostri tempi recuperi il rapporto con un elemento di cui troppi suoi operatori, a tutti i livelli, ahimè, sembrano voler fare a meno: l’intelligenza”…

[exibart]

19 Commenti

  1. Mi paiono due idee curiose, la prima aperta ad altre visioni mi pare rischiosa ma molto intrigante, la seconda, perchè non fare un tour di promozione della Biennale anche in giro per il mondo, ottima visto che tanto all’estero mica fanno promozione a gratis come facciamo noi appassionati esterofili…

  2. ma di quali esponenti della cultura parla Sgarbi?…i soliti parrucconi tromboni tronfi e falliti come lui? Lui, loro, sono i veri isolati dalla vita del paese, isolati in un tempo nostalgico che non corrisponde affatto a quello che vivono.
    per quanto ne so artisti, galleristi, curatori e collezionisti di livello, i famigerati addetti ai lavori, sono persone che vivono in un mondo concreto, che fanno cultura, la producono e non la subiscono, e sono contro per natura a qualsiasi retorica scolastica. Insomma gente in trincea tutti i giorni a combattere con passione e con un pizzico di follia per quello che domani potrà essere Storia.

  3. Un libero pensatore può muovere a Sgarbi, a torto o a ragione, un “fracco” di critiche. Per gli addetti ai lavori dell’art world(vedi Flash ed Exib)il motivo della presa di distanza è motivata dal semplice fatto che Sgarbi non è uno di loro. Per un sistema chiuso come quello dell’arte l’intrusione di un corpo estraneo genera un dramma di gigantesche proporzioni.
    Chi glielo dice alla galleria X(una x molto grande) che nel padiglione italiano non ci saranno loro artisti? E le riviste possono andare contro questi interessi dando spazio ad “altri”?

  4. Per la faccenda di Sgarbi, vedremo, l’idea sembra anche sincera e buona, dipende da chi saranno gli eletti… appunto, ma devono essere proprio delle cime, se no il rischio di far puttanate è veramente alto.
    Per il Sig. P38..ma come? per fare il figo, ti presenti con un nome che richiama l’arma tedesca usata dai gruppi armati extraparlamentari e mi vieni a parlare di oscenità, e non mi soffermo sulla qualità del tuo commento dell’arte con la A maiuscola. Ma che? sei forse in terza elementare?
    Lascia perdere…e continua a leggere la settimana enigmistica.

  5. io fossi in voi comincerei a chiedermi perchè hanno messo sgarbi perchè ci sarà un motivo logico , pur capendo che l’istinto di pensare al solito giro di marchette è automatico.

    dopo aver letto l’articolo della mammì e di celant sull’espresso di settimana scorsa mi domando dove siano le prove concrete di un sistema dell’arte così florido come è stato decantato nell’articolo appunto.
    siamo sicuri che i visitatori dichiarati alla biennale corrispondano a verità e la dichiarazione dei redditi delle gallerie a quanto arriva?
    atteggiarsi da snob e professionisti non paga perchè anche il sistema dell’arte è una bottega -magari chiamiamola pure boutique- e la sera deve fare cassa.

  6. Miracolo…Sgarbi ha detto cuna cosa interessante:” via i critici papponi e i rappresentanti della massoneria contemporanea !”.Per una volta sono loro gli ESCLUSI ! A.B.O., mettiti comodo su una sedia a dondolo,una bella copertina sulle ginocchia e fai lo spettatore “che contempla”! Anche questa è rivoluziona artistica !

  7. Permettetemi un paio di riflessioni. Da un lato, abbiamo già un primo risultato, purtroppo tipico della squallida politica delle nostre parti, di creare NON un movimento, anche solo di opinione, per il BENE di qualcosa, ma i soliti due fronti contrapposti, uno pro e uno contro, con l’unico sicuro effetto di sperperare energie, da entrambe le parti, per affermare solo la propria supremazia “intellettuale”, invece di concentrarsi sui fatti. E su quello che può veramente “giovare”, sia alla nazione (nel caso della politica), sia all’arte e alla sua sana divulgazione (nel nostro caso specifico). Con le conseguenze che tutti ben conosciamo.
    Il secondo segnale che mi viene da notare è che il “duo Beatrice”, insediato a un anno circa dall’inaugurazione, creò un enorme movimento di critiche pro-contro, tanto sterile quanto di dichiarata partigianeria, che se nulla aggiunse o tolse alla qualità della manifestazione, sicuramente fomentò, da un punto di vista “pubblicitario”, un interesse e una quantità di attese che si è poi concretizzato con il record di afflusso registrato quest’anno dalla Biennale. Risultato? Con i Giardini e l’Arsenale ancora “caldi” di smontaggio, e a distanza di due anni dalla prossima kermesse (tutta ancora da definire), c’è già in piena bufera mediatica un nuovo personaggio, che più mediatico non si potrebbe, che spacca fin d’ora in due l’Italia dell’arte, e che dovrà solo tenere alto il livello delle critiche per altri 16 mesi, così da traghettare (è il caso di dirlo, a Venezia…) più gente possibile oltre i cancelli del prossimo Grande Evento. Che “qualcuno”, lassù, abbia capito tutto? e che la nostra voglia, tutta italiota e mai sopita, di “far cagnara” schierandoci di qua o di là, per affermare la nostra idea (che è chiaramente l’unica migliore), ci faccia dimenticare che quel “qualcuno” ci sta bellamente prendendo per i soliti fondelli?

  8. Caro Vittorio, sono d’accordo con te.Sarebbe utile sapere quale sia il grado ( minimo) di conoscenza dell’arte, della sua storia,in generale, della nostra nomenclatura politica dei plurionniscenti ministri del governo in carica. Quello passato non era messo meglio.Facciamo un test semplice di 10 domande, basta ed avanza. Lo mettiamo sul web ok? Cominciamo dalla Gelmini e finiamo con Bossi. Ti ringrazio e ti auguro ogni bene. Michele Sequenzia-Torino

  9. Sgarbi è un abile prestigiatore prestato all’arte.Il “suo” Padiglione Italia sarà un gran coniglio variopinto. Sensazionalismo neo-barocco. Il vero problema,che neanche lui risolverà,è il sistema delle corporazioni che domina questo Paese(dai notai ai tassisti,passando per la filiera arte ed espò)perchè anche i noti uomini di cultura sono “membri” di corporazioni .E’ il nostro reale deficit di DEMOCRAZIA che paghiamo.Allora Sgarbi si assuma le sue responsabilità,senza urlare,ci faccia la sua proposta artistica,e poi noi spettatori interessati e paganti giudicheremo.Sulla possibilità di portare in giro per il mondo quanto esposto,l’intentimento è interessante ma, bisogna capire cosa si esporta:merce pregiata o avariata?

  10. la confraternita aveva invaso tutto, i musei, le accademie, le istituzioni. Il monopolio era totale, il sistema artistico contemporanea era blindato e tutto sotto controllo. Poi… porcamiseria… arriva sto Bondi a rompere i co…mpagni, nooooooo! Beatrici, Sgarbiiiii, aiutooooo!!!
    Il sistema diventa rosso di vergogna e di rabbia, cosa diranno di noi a New York, a Basilea? Ora i seguaci si sono trincerati dietro alle guglie del castello di Rivoli con l’ordine di resistere ai miscredenti. E chi se ne frega!

  11. Ma quale arte con l’A maiuscola o minuscola, ma per favore lasciamo stare e non capisco cosa centra il sign.Sgarbi con l’arte contemporanea…francamente pensavo fosse una bufala e invece pare proprio che il prossimo padiglione Italia sia curato da lui, speriamo bene, dopo il duo Beatrice non c’era proprio nessun altro?

  12. per svarto:

    nessuno può dire come sarà il domani, cosa si apprezzerà della produzione artistica di oggi, ecc… ecc…
    teniamo conto che il giudizio storico non è mai definitivo: ciò che appartiene al passato e che a suo tempo fu contemporaneo viene letto diversamente a seconda dell’epoca in cui si vive. per cui rivalutazioni e stroncature anche improvvise sono fisiologiche
    e questo lo sappiamo tutti.
    e se la storia ci seppellirà con uno sbadiglio?
    son rischi che bisogna prendersi; l’importante è lavorare tanto,non accontentarsi mai, imparare dai propri errori tutto senza prendersi troppo sul serio.
    ti basta svarto o ti devo anche fare la barba?


  13. Critici o intellettuali o esponenti NOTI della cultura… “dove” siete?
    Per forza di cose solo in un padiglione? o in televisione? Nell’Olimpo, in qualche modo? O dentro ad un recinto che vi salvaguardi dai comuni (comuni???) altri?
    Secondo me questa “idea”, Vittorio Sgarbi, esposta nell’articolo del link ti viene (Le viene?) dall’aver sentito e osservato che il mondo internettiano ha oltrepassato i limiti dei “ruoli” e nessuno (di quelli più addentro all’Arte/Arti) più si aspetta di coprirli con osservanza o dipendere da altri “preposti” a tracciar la strada… da seguire.
    Mi sbaglio?
    Quanti giornalisti e chi per loro, quanti critici possono snobbare un Forum d’Arte?
    mmmm… almeno solo per curiosità.
    Almeno solo per rubacchiare qualche intuizione… No?
    Forse tu, Vittorio Sgarbi, sei stato attento più di altri alla lettura di ciò che in questi Forum di Exibart, per esempio, alcuni di noi anche se con vispe difficoltà (ovvie!) di comunicazione virtuale, vanno a tracciare, esplorare, sondare, esporre…
    Dopotutto VIVERE dal VIVO le cose che pulsano davvero dentro non è come coprire “solo” un ruolo di mestiere: sia che sia d’artista, da critico, da docente…
    Forse sta venendo a galla come non mai, questo, oggi proprio grazie ad Internet e allora TI/vi chiedo:

    cosa noti(notate) di differente tra gli esponenti NOTI della cultura e chi dentro la stessa cultura d’Arte ci respira, vive e non per questo ri_copre alcun ruolo “noto” conclamato?

    Cosa significa “NOTI”? Tutti i NOTI sono per caso sinonimo di GRANDI? Preparati?
    Qui farei una sfilza di tanta gente NOTA in tanti campi che fa rabbrividire molti…
    Ve la risparmio.

    Scusa/te la leggera confusione d’esposizione ma, e qui TI/lo cito:

    “Adesso non ne ho idea, non è facile saperlo subito”.
    Ma ci penserò ancora.
    Grazie per l’attenzione.

    DIOY

  14. Te lo dico io cosa c’entra Sgarbi in tutto cio citando il divino:
    A vizio di lussuria fu sì rotto, che libito fe’ licito in sua legge per tòrre il biasmo in che era condotto.

  15. La verità è che il “pulpito” da cui “viene la predica” non è credibile, è corrotto tanto quanto, quindi non può proprio fare lezione a nessuno, men che meno ai “critici” di cui evidentemente conosce l’area più da establishment: guardasse chi sono i giovani critici, quelli non imbrigliati nel sistema di potere, chi si fa il culo perchè fuor da conosorterie, chi agita la Rete e crea altro… Ma finiamola con ste pagliacciate e torniamo al contemporaneo, chè Sgarbi non sa dove sta di casa, lui, servo di partiti, di una cattiva Tv e del potere!

  16. …a Sgarbi manca l’intelligenza critica e la filosofia moderna della critica (Friedrich Schlegel, Walter Beniamin, Achille Bonito Oliva), anche la logistica e la lingua: ma è italiota, e dunque un guaio…

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