27 gennaio 2010

Il più bel saluto a Claudia Gian Ferrari? La “lettera d’amore” di Massimo Minini…

 

di

71812(1)
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Massimo Minini con Claudia Gian Ferrari

Un bacio, e guarda giù, come dicono in Valcamonica, nostra comune terra amata che ora t’accoglie e quanto a me, m’aspetta”.
Si conclude così, con questo delicato arrivederci, il più bel messaggio fra i tantissimi che si sono potuti leggere in questi giorni dopo la scomparsa di Claudia Gian Ferrari. Una vera e propria lettera d’amore con toni che ormai abbiamo tutti dimenticati, quotidianamente avvinti alle nostre battaglie ed alla frenesia che accompagna la nostra quotidianità.
Retorica? No, poesia pura, quella distillata dal fine intellettuale – e collega – Massimo Minini all’indirizzo dell’amica di una vita. Poesia privata, che quasi ci imbarazza maneggiare, ma che diventa un bel messaggio da conservare. Ve lo consegniamo nella sua integrità…

Cara Claudia,
il giorno di San Valentino a Madrid, nel duemila tondo tondo, alla fiera dove esponevamo, ci siamo scambiati un bacio come due veri innamorati.
A dire la verità non me l’aspettavo, ma si sa come sei fatta, non lasci mai le cose a metà…
Così mi hai confermato quando, dopo qualche attimo, guardandoti un po’ stupito, mi hai accolto, riaperti gli occhi al mondo, con la tua chiara risata, che a volte suona come una tromba di guerra del vincitore, a volte canta come la melodia dell’amica ritrovata.
Dipende dall’avversario che ti trovi sotto le unghie al momento.
Il poveretto può provare l’una o l’altra delle tue attitudini e non auguro a nessuno la prima…
Ti piaceva raccontare di me che ci conoscevamo fin da bambini, e che giocavamo ai dottori: magari!
Era una tua forzatura dialettica per dire che mi volevi bene da un bel po’ e che non avevamo avuto diverbi sostanziali.
Visitavo la galleria del tuo tuonante babbo e della mamma discreta, negli anni in cui studiavamo in Statale: poi ti ho vista apparire con un cappello indimenticabile, già allora. Ci siamo divisi per strade diverse, tu al Novecento, io a difendere gli ultimi -ismi; poi le strade si sono incrociate. A te oggi piace Ontani, a me Adolfo Wildt. Incredibile, no?
Negli ultimi mesi abbiamo anche celebrato a Lovere con una bella mostra all’Accademia Tadini, questa nostra lunga amicizia, che ora continua su piani diversi; più alto il tuo, qui dabbasso il mio.
Come diceva il poeta: ‘Superior stabat Claudia, longeque inferior… Massimo Minini’
”.

Chapeau…

[exibart]

6 Commenti

  1. Avete ragione. C’è frenesia e disattenzione, e anche mancanza di “fiducia”. Si arriva sempre tardi o postumi. Un presente fondato sul boom anni 60, e tenuto in scacco da una generazione al comando.

  2. la delicatezza di una lettera d’amore, magari scritta su carta sottile, riscatta tempi di cecità e frenesia.
    mi piacerebbe essere ricordata così.
    grazie per averci regalato un’emozione.

  3. Come posso raccontarvi….
    Io ero con loro, ho assistito a quel bacio consumatosi fra i corridoi di una fiera in cui l’Italia era l’ ospite d’onore e quella notte stessa parlai ore con Claudia delle sue emozioni e delle energie di chi come lei e Massimo si incontrano su un piano d’amore intenso e profondo legato solo all’arte.
    Claudia amava spesso raccontare la solitudine di chi vive per l’arte, paragonandosi ad un Guerriero che solo nel momento in cui è pronto a lanciarsi in guerra, si volta e non trova nessun esercito….
    Cara Claudia non è così, oggi lo so, al tuo funerale eravamo un esercito, e non un sistema come spesso amiamo dire, grazie Massimo per avermi restituito un ricordo così bello e spero di leggere più lettere d’ amore nei commenti alle vostre notizie che insulti.
    Rossana

  4. Chapeau…ai valori veri, a tanta umanita e semplicità dove le forzature, e le piccole invidie del mondo dell’arte non toccano personaggi di grande spessore. grazie per il brivido…

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