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Il salone inizia con Koolhaas. Alla Fondazione Prada presentato il progetto-lampo dei “Tools for life” realizzati per Knoll

di - 8 Aprile 2013
Un nucleo ristrettissimo di addetti stampa, soprattutto internazionale, stamattina alla Fondazione Prada di via Fogazzaro a Milano, sede della Fondazione Prada. Tutti per Rem Koolhaas e per la sua produzione “Tools for life”. Una mostra, anzi, un vero e proprio progetto espositivo esclusivo, che sarà visibile al pubblico solo nei prossimi 2 giorni. Attraverso undici oggetti e complementi d’arredo Koolhaas, calatosi nel ruolo di designer dopo le prodezze architettoniche che l’hanno sempre accompagnato, è invitato in occasione del 75esimo anniversario dell’azienda Knoll, dopo la partecipazione alle produzioni di altri grandi nomi come Gehry, Mies van der Rohe, Eero Saarinen.
Il grande progettista e pensatore olandese ha scelto una linea che si propone non solo di arredare, ma soprattutto di animare l’ambiente. E il pezzo forte della mostra, si intuisce da subito, quando si vede l’architetto “giocare” con la struttura, poco prima della conferenza stampa, è 04 Counter, a turno blocco monolitico o piano d’appoggio, formato da tre barre orizzontali, che possono muoversi a 360 gradi, e che permettono di utilizzare la struttura per le funzioni più disparate. Applausi per i giovani progettisti del gruppo OMA, e poi una lunga dissertazione sull’importanza di “collaborazione e condivisione” di intenti tra l’architettura, l’ingegneria, la meccanica e il progetto, come possibilità per far nascere una sorta di design intelligente, forse anche giocoso. Perché fondamentalmente si tratta della possibilità di migliorare l’esistenza attraverso diverse performance che gli umani compiono quasi in simbiosi con gli oggetti.
04 Counter è il tavolo su cui si muovono le articolazioni, su cui ci si siede o si sale, come prova anche Benjamin Pardo, director of design di Knoll; seicento chili di “opera” che, alla domanda per quali spazi sia pensata, la risposta di Koolhaas è quasi evidente: «grandi loft, forse uffici, luoghi pubblici». Magari anche abitazioni di un certo livello aggiungiamo, dove «ogni pezzo dell’ambiente è costruito in modo che esplori l’architettura circostante, dove è importante il rapporto con lo spazio. Per il salone si è deciso di creare un un ambiente che non sia slegato dai propri oggetti» rimarca l’architetto. Che per Fondazione Prada ha concepito una sorta di doppio anfiteatro elegantissimo e dove diverse proiezioni video aprono squarci su Milano, ma dove l’unica presenza viva è quella di un gatto che si aggira nelle animazioni, in un rimando che appare quasi hopperiano, da Finestra sul cortile.
I colori degli undici complementi per Knoll, di cui probabilmente non tutti andranno in produzione, giocano un’importanza fondamentale: poltrone con coni fonoassorbenti di gommapiuma rosa, sedute candide e basse a loro volta di morbido tessuto poroso, tavoli da té trasparenti che sembrano però guardare a un futuro perfettamente utopico, dove l’umano nonostante la chiamata al “gioco” sembra quasi sparito.
Grande appeal è riservato ai componenti industriali che si trasformano e Koolhaas dichiara una predilezione per i pezzi più piccoli, che «hanno permesso di confrontarsi anche con altre dimensioni».
«Mi Interessa la confusione, per cercare di creare differenti scenari, muovendo i materiali sopra e sotto, usando la tecnologia per creare oggetti ricchi, senza limitazioni d’uso, ma dove lo spazi sia concepito per essere vivo» rimarca l’alieno Rem.
Vivo non è così indispensabile, verrebbe da dire, ma senz’altro è forte un impatto che ha dell’incredibile, complice la luce e il “futurismo” associato alle “politiche” di OMA: la ricerca di forme intelligenti e la proposta di nuove possibilità di contenuto e utilizzo quotidiano degli arredi, e dove la sua divisione di ricerca e design prende il nome di AMO. Una mattinata decisamente autunnale per aprire le danze alla settimana più viva della città, con la grande star che compie il varo della nave del Salone 2013!

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