Principio e fine, alfa e omega, “Tutto in uno”: questo il tema della seconda edizione del premio di arte contemporanea Smartup Optima dedicato agli artisti under 40. Un argomento ben interpretato dalla vincitrice Silvia Giambrone (Agrigento, 1981) con l’opera 6 agosto, mon amour, «per la commistione tra storia e nuove tecnologie, per la forza simbolica dell’immagine e per l’aderenza al tema ovvero come tempo che tutto contiene: passato, presente e futuro», come si legge nelle motivazioni espresse dalla giuria tecnica, composta dalla curatrice del progetto Chiara Pirozzi insieme a Angelandreina Rorro, Ludovico Pratesi, Massimiliano Tonelli, Angel Moya Garcia, Paola Traettino e Ilaria Caruso.
Il primo e sentito ringraziamento di Silvia Giambrone è andato a Shoso e Keiko, i due “hibakusha”, i sopravvissuti all’olocausto nucleare di Hiroshima, incontrati durante un viaggio in Giappone nel 2013 e ai quali l’opera è ispirata. Con un intervento sull’immagine dell’orologio rinvenuto sul luogo del disastro, oggi conservato al Museo della Pace di Hiroshima, 6 agosto, mon amour perpetua il momento fatale della tragedia in un loop infinito, punto di non ritorno di vite spezzate, in cui la devastazione continua oltre l’attimo dello scoppio.
Dopo il successo della prima edizione del premio Smurtup Optima, nato dallo slancio di mecenatismo di Optima Italia S.p.A., società nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni con sede a Napoli, che ha visto trionfare l’opera Sistema di riferimento monodimensionale di Lamberto Teotino, il bando appena concluso ha contato circa 900 opere in concorso, 20 finalisti e 3 vincitori.
Oltre a Silvia Giambrone, che si è aggiudicata il primo premio in denaro, del valore di 5.000 euro, gli altri due riconoscimenti sono andati a Paolo Puddu (Napoli, 1986) con l’opera X/Y (punto di origine), vincitore della residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, e Valedef (Maratea, 1981) con Lampedusa, al quale è stato conferito invece il premio Visibilità, espresso dalla giuria popolare del web. L’intento alla base del progetto è stato «stimolare gli artisti a raccontare lo spirito dei nostri tempi, la velocità d’azione e di comunicazione, la capacità delle icone e dei simboli, storici e contemporanei, di rappresentare mondi e significati diversi attraverso un’unica immagine», come ha spiegato Chiara Pirozzi. In un connubio tra comunicazione artistica e aziendale, le opere finaliste sono esposte negli spazi napoletani di Optima Italia, trasformando gli uffici della multiutility in una galleria temporanea. Dal ready made alla fotografia, passando per il video e la performance, gli artisti hanno interpretato la tematica proposta con espressioni multi-mediali, in cui una riflessione profonda passa dall’uso delle nuove tecnologie alle visioni sull’arte e sul contemporaneo.
(Annapaola Di Maio)