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Il vero secondo Luigi Pirandello. A Roma, una mostra svela la vita e l’arte del grande scrittore

di - 7 Gennaio 2018
Luigi Pirandello è una delle figure più importanti della letteratura italiana, i trasformamenti attuati nella scrittura sono stati notevoli e destinati a durare a lungo. La rottura degli schemi accademici, le distanze prese dalla morale borghese, la sofferenza verso una realtà scevra da ogni sentimento autentico, hanno portato lo scrittore a vedere nel teatro l’unico palcoscenico vero dove si potesse esprimere il bello, il genuino, raccontando e riflettendo sulla brutalità del mondo reale. Un superamento della finzione del racconto che avrebbe segnato tutta la letteratura del secolo scorso. Al compimento del suo 150esimo anniversario, Paolo Petroni e Claudio Strinati hanno deciso di ricordarlo attraverso “Il caso Pirandello”, mostra nell’ambito di Pirandello 150, manifestazione promossa dall’Istituto di Studi Pirandelliani col sostegno del Mibact, che non solo parla di lui ma ci dà anche la possibilità di vederlo in vesti famigliari, in quelle di pittore nonché in quelle (solite) di scrittore.
Una memoria evanescente che ha paura di svanire e per questo si manifesta in tutta la sua potenza nella Casa Museo in via Bosio, Roma, nella quale si è assaliti da emozioni intense. Una vita fatta di lavoro, passione e semplicità si desume dall’infinità di libri che contornano lo studio, arricchito dall’originale pergamena del premio Nobel consegnatagli nel 1934. Vari dipinti vestono le pareti, sono i suoi e del figlio Fausto Pirandello, importante artista che ha segnato la pittura ritrattistica nel primo Novecento, attraverso pennellate ricche di colore e dense di sentimenti, turbamenti e devastazioni, precedendo Lucian Freud e molti altri della scuola anglosassone. Nei suoi quadri potremmo trovare i Sei personaggi in cerca d’autore che il padre ha reso eterni attraverso il suo genio creativo.
La mostra continua nel Teatro di Villa Torlonia, dove si trovano altri quadri dello scrittore e molto altro. Nella sua ricerca di qualcosa di vero e autentico, all’interno di una realtà fatta di finzione e superficialità, Pirandello approccia a una pittura senza schemi mentali restrittivi, muovendosi solo attraverso la spontaneità del gesto, caratteristica intrinseca dell’arte pura. Con dedizione si approccia a questo ambito con pennellate frammentate, veloci e dense. La luce raccolta dai colori a olio si sprigiona, irrorando sulla tela una sensazione eterea, sognante, tipica della scuola di Barbizon, nella quale si arriva alla cancellazione dell’immagine per immergersi in una dimensione altra, lontana e remota. All’interno del Teatro troviamo anche lo sgabello e la storica macchina da scrivere dove lo scrittore soleva passare gran parte del suo tempo, alcuni bozzetti di Così è (se vi pare) e vestiti di commedie andate in scena.
Una mostra che dà la possibilità di farci scoprire un Pirandello più umano e meno miticizzato, uno scrittore che ha fatto della sua ricerca sull’autenticità dei sentimenti uno stile di vita e di scrittura, capace di farci riflettere ancora oggi. (Valentina Muzi)

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