10 luglio 2012

Il “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri riparte stasera. Dalla Triennale di Milano

 

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Un rendez-vous a vent’anni dalla scomparsa di Ghirri e a quasi trenta dalla mostra alla Pinacoteca di Bari, che nel 1984 aveva ospitato per la prima volta il progetto del fotografo reggiano “Viaggio in Italia”. Si trattava di una riscrittura dei temi dell’ambiente italiano, da un capo all’altro della penisola, una raccolta che aveva preso corpo nei dieci anni precedenti, dal 1972 al 1983, dove venti fotografi, tra i quali Mario Cresci, Mimmo Jodice, Claude Nori, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico e lo stesso Ghirri, ognuno a suo modo, avevano documentato quello che era il paesaggio italiano con le sue variazioni, tipicità e sradicamenti.
Le oltre duecento fotografie, ora parte delle collezioni del Museo di Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, vengono per la prima volta presentate al pubblico dopo il restauro finanziato dal Ministero per i Beni Culturali.
Una serie di scatti “on the road”, attente ai molti luoghi della provincia ma anche alle città, lontane dal reportage sensazionalistico, ma un invito a rivolgere lo sguardo alla quotidianità e alla normalità carica di poesia del paesaggio che ci sta intorno, esempio lampante di una corrente che trent’anni fa mirava a rivoluzionare l’approccio nei confronti della tradizione di rappresentazione del Belpaese.
In mostra da stasera alla Triennale di Milano una selezione di cento immagini del progetto e una serie di scatti di Giovanna Calvenzi, che documentò la mostra barese, e in più un documentario, firmato da Maurizio Magri, con sceneggiatura di Vittore Fossati, intitolato proprio “Viaggio in Italia. I fotografi vent’anni dopo”, ristampato per l’occasione. E un’occasione anche per vedere, quasi completo, un progetto divenuto un caposaldo mondiale della poetica fotografica e dello sguardo sul paesaggio, che via via si è iscritto anche nella pelle dei giovani artisti e fotografi come Dna di un’inesauribile fonte di ispirazione.

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