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Era nato a Detroit, nel Michigan, 67 anni fa. Eppure quasi tutti erano convinti venisse dalla California, forse per il titolo di quella canzone, Hotel California, divenuta un successo mondiale.
Lui era Glenn Frey, fondatore e autore dei mitici Eagle, scomparso ieri e definito negli anni ’70 l’Hemingway del rock, nientemeno che da Rolling Stone.
Un grande americano del Mid-West, che leggenda vuole fosse bravissimo con le auto e le ragazze, proprio come si era sceneggiato più e più volte attraverso la musica di un gruppo che conobbe fortune alterne ma che, nel bene o nel male, era già entrato da un pezzo nella storia, da quei primi anni ’70 – appunto – con On the Boarder, One of theese Nights, e i trenta milioni di dischi venduti con la loro ballata più celebre, Hotel California.
Poi, dal 1980 al 1994 le strade separate, il suo dedicarsi a colonne sonore per celebri film di cassetta, tra cui Beverly Hills Cop e in ultimo la riunione. Per portare nel mondo forse il ricordo di un mito già tramontato, forse un’America che ancora si trova su certe strade, o forse invece una musica che non vedrà mai il buio.