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In occasione del 111° anniversario della nascita, la Galleria d’Arte Moderna di Budapest ha deciso di celebrare Frida Kahlo con una grande mostra, che già nei primi giorni di apertura ha accolto circa 6.000 visitatori. Un successo che il giornale ungherese filo-governativo di destra Magyar Idők non ha evidentemente gradito, almeno secondo quanto riportato nell’articolo intitolato: “Questo è il modo in cui il comunismo è promosso usando il denaro pubblico”. Nel testo vengono prese di mira gallerie, artisti e mostre, in particolare quella dedicata a Frida, grazie alla quale sembrerebbe che “Trotsky sia di nuovo spuntato a Budapest, questa volta direttamente dal letto di Frida Kahlo “, un riferimento infelice alla storia d’amore tra l’artista e Leon Trotsky durante il suo esilio in Messico. Così la mostra è stata accusata di promuovere il comunismo, un episodio simile a quello di pochi mesi fa che ha coinvolto lo spettacolo di Billy Elliot: secondo i fan del primo ministro ungherese Viktor Orbán, il musical era propaganda omosessuale, colpevole della corruzione dei giovani del paese. A seguito delle polemiche, l’Opera ha cancellato 15 delle 44 spettacoli programmati per giugno e luglio. Speriamo che non succeda la stessa cosa alla Galleria d’Arte Moderna della capitale, dove la mostra è in programma fino al 4 novembre.