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Difficile trovare un giardino più incantato di quello sospeso sul golfo di Napoli, composto dallo scenografico alternarsi mattonelle bianche e grigie che guidano lo sguardo lungo il percorso che si snoda tra piante sempreverdi, rampicanti, essenze e fiori. Dopo complessi lavori di restauro e studi approfonditi, per ripristinarne l’antica flora che lo caratterizzava, lo spazio verde di Palazzo Reale è stato restituito alla pubblica fruizione. Per accompagnare la presentazione, il Polo museale ha proposto una sottile installazione site specific dell’artista giapponese Uemon Ikeda, già attivo in Italia con mostre personali e collettive tra le quali, a Roma, al Museo laboratorio di arte contemporanea dell’Università La Sapienza, nel 2000, al MNAO-Museo Nazionale d’Arte Orientale, nel 2011, e alla Sinagoga, nel 2012.
Più che inserirsi nel campo visivo dello spettatore, sovrapponendosi alla struttura del complesso monumentale costruito a partire dal 1600 come residenza dei vicerè spagnoli e dei Borbone, l’opera si insinua nell’architettura con leggerezza e grazia. Dal reticolo di lana e seta sospeso a pochi metri da terra nel cortile del Sito borbonico si dipana una rete, ora sottile, ora più visibile, che ci proietta nella condizione della curiosa Arianna e, al contempo, alla scoperta della leggerezza insita nella cultura Orientale. Un lavoro che intende porsi come filo rosso, elemento di continuità tra interno ed esterno, tra antico e contemporaneo, tra epoche e visioni del mondo.
A collaborare con Ikeda alla realizzazione della installazione sono stati gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che si sono occupati dell’allestimento e della documentazione video e fotografica. I lavori sono stati eseguiti dal Segretariato Regionale della Campania, diretto da Mariella Utili, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, diretta da Luciano Garella e dal Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente. (Luciana Berti)