Jimmie Durham riceverà il Leone d’Oro alla carriera della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times, che si terrà dall’11 maggio al 24 novembre 2019. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Curatore di questa edizione, Ralph Rugoff, che ha dichiarato in una nota: «Ho indicato Jimmie Durham per il Leone d’oro alla carriera della 58. Esposizione Internazionale d’Arte per i notevoli risultati in campo artistico che ha raggiunto negli ultimi sessant’anni e, in particolare, per il suo modo di fare arte che allo stesso tempo sa essere critica, divertente e profondamente umanistica. Il suo lavoro, che denuncia con insistenza i limiti del razionalismo occidentale e la futilità della violenza, si è soffermato spesso anche sull’oppressione e sui fraintendimenti perpetrati dai poteri coloniali ai danni delle diverse popolazioni etniche di tutto il mondo. Se da una parte Durham tratta questo materiale con grande abilità e leggerezza, dall’altra produce anche critiche taglienti cariche di perspicacia e arguzia, distruggendo con sagacia i concetti riduttivi di autenticità. Da cinquant’anni a questa parte Durham trova modi sempre nuovi, intelligenti ed efficaci per far fronte alle forze politiche e sociali che plasmano da sempre il mondo in cui viviamo. Allo stesso tempo, i suoi contributi in campo artistico sono considerati eccezionali per la loro originalità formale e concettuale, per la disinvoltura con cui egli sa fondere tra loro parti dissonanti e prospettive alternative e per la loro irrefrenabile giocosità. Le sue opere ci commuovono e ci deliziano in modo del tutto imprevedibile. Tutto ciò che l’artista realizza ci ricorda che “l’empatia fa parte dell’immaginazione e l’immaginazione è il motore dell’intelligenza”, per citare le sue stesse parole. Quell’intelligenza profondamente empatica si irradia dalle sue opere come invisibili raggi di luce, che illuminano e cambiano il modo di vedere di tutti coloro che abbiano la fortuna di imbattersi in esse.»