Organizzato da Arko, Arts Council Korea, sarà la grandissima artista coreana Kimsooja, che vive in quello che lei stessa definisce un “auto-esilio” a New York, a rappresentare il Paese orientale alla 55esima biennale di Venezia. Definita dal comitato nello scorso agosto, la partecipazione nazionale di Kimsooja in laguna sarà curata da Seungduk Kim, a sua volta professionista in esilio in Francia, dove dal 2001 è co-direttore di Le Consortium Contemporary Art Center di Digione.
«I Padiglioni nazionali tradizionalmente ospitano il focus su un artista. Io volevo che anche l’artista mettesse a fuoco il suo ambiente, riprogettandone anche l’architettura: il Padiglione coreano è in metallo con finestre di vetro, completamente aperto alla laguna e circondato da alberi ad alto fusto. Ho deciso di invitare Kimsooja, artista di fama internazionale, per le sue opere video e installazioni, a trasformare lo spazio dei Giardini in una particolare esperienza per i visitatori, con un momento di luce e colore, creato in un buco nero» ha dichiarato Seungduk Kim.
Alla sua quinta partecipazione in Biennale, vi ha partecipato anche nel 2007, 2005, 2001 e 1999, non è la prima volta che l’artista sarà presente in uno “show” diretto da Massimiliano Gioni, che l’aveva invitata alla Biennale di Gwanju, nel 2009. Un’installazione To Breathe: Bottari, che tornerà ad impegnare lo spazio non solo con gli ormai celeberrimi bottari, ma che avrà tra i suoi elementi caratterizzanti anche specchi e suoni, con un ampio riferimento alle catastrofi naturali: Kimsooja, che ha avuto mostre personali al MoMA PS1, Hirshhorn Museum , alla Fondazione Bevilacqua La Masa e al Baltic Center nonché alla Kunsthalle di Berna e Vienna, dopo l’uragano Sandy ha vissuto una settimana senza acqua luce e gas, e ha dichiarato di aver pensato molto al lavoro veneziano per l’occasione. E a come inserirvi un “cambiamento” di prospettiva.