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La 12ma Biennale di Kaunas ci invita al viaggio. Ecco il racconto dei cinque curatori

di - 7 Febbraio 2019
Cinque curatori e un punto di partenza che potrebbe non coincidere con quello di arrivo perché, in questo caso, il viaggio è inteso nelle sue sfumature di slittamento, superamento, transizione, sospensione. La 12ma edizione della Biennale di Kaunas guarda verso l’identità della città della Lituania per ampliare i confini, intrecciando la sua visione con la mutevole realtà socio-politica costitutiva delle nazioni europee. E con l’immagine ideale dell’instabilità, Kaunas, che sarà Capitale Europea della Cultura nel 2022, nutre una certa familiarità. Nel 1918 le truppe polacche invasero la capitale Vilnius e Kaunas divenne la capitale temporanea, dal 1920 al 1940, un titolo del quale la città è tuttora particolarmente orgogliosa. E la stessa Biennale ha fatto sua questa condizione, visto che, dal suo esordio, nel 1997, ogni edizione è stata reinventata, cambiando struttura, termini di partecipazione, luoghi e concept, invitando nuovi collaboratori, curatori, artisti e altri operatori dell’arte e della cultura a portare sempre nuove idee. Insomma, adesso le temperature sono piuttosto rigide ma c’è da scommettere che dal 7 giugno al 29 settembre l’atmosfera sarà movimentata. Questa volta toccherà a Elisabeth Del Prete, Daniel Milnes, Lýdia Pribišová, Neringa Stoškutė e Alessandra Troncone, in collaborazione con il consulting curator Lewis Biggs. Li abbiamo raggiunto per farci dire di più.
Un team internazionale al lavoro per la 12ma Biennale di Kaunas. Quali sono le esperienze che porterete in questo nuovo lavoro?
«Ognuno di noi viene da un percorso formativo ed esperienze diverse: c’è chi ha un background più multidisciplinare, chi ha lavorato prevalentemente all’interno delle istituzioni e chi invece si è mosso in maniera indipendente. Inoltre, ci dividiamo tra chi vive le grandi capitali dell’arte contemporanea (Londra, Berlino) e chi invece ha operato in contesti emergenti, seppur con un approccio internazionale. Questa diversità di fondo ci ha permesso di unire forze e competenze, tenendo fermo un approccio collaborativo che è finalizzato a condividere le scelte. Ognuno porta delle proposte, che vengono discusse e, in qualche caso, messe ai voti. È un processo lungo, talvolta estenuante, ma molto formativo: costringe a capire quando rinegoziare o difendere le proprie idee, con l’obiettivo di raggiungere un risultato che sia condiviso da tutti ma prendendo atto e rispettando la divergenza di opinioni, non tirandosi indietro davanti alla possibilità di un conflitto costruttivo».
“After Leaving / before Arriving” è il titolo che avete scelto per la 12ma Biennale di Kaunas. In riferimento all’attuale contesto sociale e politico, oltre che alla storia di Kaunas, potete spiegare il significato di questa frase? Cosa potremo aspettarci dal 7 giugno al 29 settembre?
«Il titolo AFTER LEAVING | BEFORE ARRIVING racchiude un’idea di sospensione, transizione, attesa. È quello che succede (o potrebbe succedere) quando si lascia qualcosa ma non si è ancora raggiunta la meta finale. Il viaggio è il riferimento più immediato, ma per noi questo non è solo uno spostamento geografico quanto il passaggio da una condizione all’altra, in termini temporali, identitari, esistenziali. La storia di Kaunas, così come quella della Lituania e di tutta l’Europa dell’Est, è un punto di partenza fondamentale per indagare questa idea di passaggio. La mostra riunirà quindi artisti che si riferiscono a questo contesto specifico e altri che invece espandono questi concetti, in maniera talvolta più poetica, talvolta più ironica».
La Lituania è considerata una nazione emergente, nel campo dell’arte contemporanea. Che tipo di risposta auspicate di ottenere, sia a livello locale che internazionale?
«La scena artistica lituana è in piena espansione, anche grazie al Lithuanian Council of Culture che rappresenta un supporto per istituzioni e artisti locali e che favorisce lo scambio con la scena artistica europea. Molti artisti di origine lituana partecipano a importanti rassegne internazionali, mentre cresce il sistema di residenze per artisti stranieri a Vilnius e Kaunas (quali ad esempio Rupert, Nida Art Colony, Kaunas Artists’ House e la piattaforma MagiC Carpets; quest’ultima prevede numerosi scambi anche con l’Italia, che è tra i Paesi partner del progetto). Istituzioni quali lo “storico” CAC – Contemporary Arts Center e il nuovissimo MO – Modern Art Museum, inaugurato solo qualche mese fa, offrono un programma diversificato e anche la rete delle gallerie commerciali è in crescita, così come la fiera ArtVilnius che aprirà solo una settimana prima della Biennale. La Biennale di Kaunas è dal 1997 parte attiva di questo fermento e, in particolare nelle edizioni più recenti, di questo slancio verso la scena artistica internazionale, che già in passato ha visto protagonisti artisti e curatori stranieri in dialogo con la realtà locale».
In home: Opening of Biennial at 2017. Photo by D. Stankevicius
In alto: Team of 12th Kaunas Biennial curators. Photo by G. Zaltauskaite

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