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Il Tribunale di Monaco di Baviera ha stabilito oggi che Cornelius Gurlitt, figlio del mercante d’arte Hildebrand Gurlitt, che serviva Adolf Hitler ai tempi del Nazismo, era sano di mente quando scrisse il suo testamento lasciando in eredità la sua vasta e controversa collezione, al Museo delle Belle Arti di Berna. Il testamento, redatto nel 2014 poco prima della morte, nel novembre dello stesso anno fu impugnato dalla cugina di Gurlitt, parente più prossima visto che l’uomo era solo al mondo, Uta Werner, sostenendo che l’anziano soffriva di demenza.
Ma la Corte d’appello ha respinto l’accusa, non concedendo ulteriore appello.
Il museo di Berna, che ha accettato la donazione nel novembre 2014, ha risposto con sollievo: “Siamo felici e sollevati della decisione della corte”, ha detto il portavoce Marcel Brülhart. Le opere, in tutto quasi mille e 500, contano dipinti, litografie e xilografie di Picasso, Monet, Cezanne, Kirchner, Dix, Matisse, Renoir e Courbet. Il tesoro, trovato nel 2012 e 2014, in due appartamenti di Gurlitt a Monaco e Salisburgo, avrà però bisogno di almeno altri due anni di lavoro per svelare il mistero di tutte le provenienze, visto che per ora pare che solo 100 pezzi siano stati parte di un bottino nazista. E gli altri? Intanto si preparano le mostre: la prima al Bundeskunsthalle di Bonn, e poi appunto al Kunstmuseum di Berna.