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La dedica poetica, mimetica e ad occhi aperti “Pour Luigi Ontani” di Reverie, a Venezia |

di - 2 Settembre 2017
Nella giornata d’inaugurazione del ventesimo anniversario di “OPEN Esposizione Internazionale di Sculture e Installazioni”, a cura di Paolo de Grandis, il 1 settembre nel Giardino Moresco dell’Hotel Excelsior al Lido, affollatissimo per il 74esimo Festival Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, si è svolta la performance Pour Ontani. Dedica a occhi aperti, dell’artista e performer toscana Eloisa Reverie Vezzosi, che ha scelto di chiamarsi solo Reverie. Una delle particolarità di questa giovanissima artista è penetrare e rivivere attraverso le sue performance, le narrazioni delle mostre in corso o entrare in dialogo diretto con le collezioni dei musei, offrendo, attraverso la propria interpretazione e il proprio corpo, un’ulteriore prospettiva sui lavori e sugli artisti che prende in esame. In questo caso rivisita le performance e le opere del maestro Luigi Ontani. A parte che a Ontani assomiglia fisicamente, Reverie si presenta con un addobbo minimal sul suo corpo candido, che fa pensare alla purezza intrinseca della nudità e attinge poi i suoi successivi travestimenti da un baule verde quasi smeraldo. Inizia interpretando una figura ferma e poi prosegue lungo il giardino che ha un vago sapore mediorentale, facendosi seguire dal pubblico. Tra il pubblico c’è anche Luigi Ontani che la osserva attentamente e a un certo punto interverrà ponendosi sul volto una maschera dorata che è il calco del volto di Reverie e facendola uscire dal baule nel quale, alla fine, l’artista si era chiusa.
Reverie riesce a rappresentare attraverso la sua performance parecchi lavori di Ontani tra i quali: IN Purezza, Le Ore, San Sebastiano nel bosco di Calvenzano, D’apres Guido Reni, l’Ombrofago e Dante. Li interpreta con mosse leggere, con armonia quasi poetica, discreta presenza scenica e senza sbavature, riuscendo perfino a far emozionare Luigi Ontani che tra un sorriso e qualche sguardo quasi paterno, confessa che questa performance gli fa addirittura ricordare dei particolari dei suoi primi lavori, che aveva dimenticato.
Reverie pensa di realizzare questi progetti su altri artisti che l’hanno nella sua vita ispirata, perché è interessata a interpretare il punto di vista altrui attraverso i più diversi linguaggi espressivi. Dice di usare il suo corpo come una specie di megafono. In questo caso ci è riuscita molto bene.
Luigi Ontani lo rivedremo presto a Verona, alla Galleria d’Arte Moderna, dove parteciperà alla mostra dal titolo “Il mio Corpo nel Tempo. Luthi Ontani Opalka”, a cura di Adriana Polveroni, dal 13 ottobre 2017 al 27 gennaio 2018. Aurevoir maestro! (Cristina Cobianchi)

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