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La Donna che legge alla finestra non è da sola. Sul dipinto di Jan Vermeer compare un Cupido

di - 14 Maggio 2019
La Donna che legge una lettera davanti alla finestra non era da sola. A farle compagnia, dal 1657 circa, cioè da quando Jan Vermeer dipinse la tela, conservata dal 1955 alla Gemäldegalerie di Dresda, c’è anche un Cupido paffutello e capelluto. Solo che nessuno – almeno tra i viventi – l’aveva visto, prima del restauro che ha nuovamente portato alla luce la figura.
In realtà, già a fine anni ‘70, grazie a un esame radiodiagnostico, gli studiosi avevano scoperto che il quadro era dominato da un grande Cupido, presente sotto forma di dipinto all’interno del dipinto. Da allora, però, si pensò che fu lo stesso Vermeer a coprire la figura prima che il lavoro fosse finito. Tuttavia, recenti tecnologie hanno dimostrato che l’immagine del semidio è stata coperta solo molto tempo dopo la morte dell’artista. «C’era persino uno strato di sporco sopra la vernice originale del Cupido, a dimostrazione che il dipinto era rimasto nel suo stato originale per decenni. Questa è l’esperienza più sensazionale della mia carriera. Lo rende un dipinto diverso», ha dichiarato a The Art Newspaper Uta Neidhardt, conservatore alla Gemäldegalerie.
L’opera rientra nella ristretta cerchia di dipinti certamente attribuiti al maestro del Secolo d’Oro olandese ed è considerata tra le più iconiche di tutti i tempi ma, di certo, il suo aspetto cambierà molto al termine dei restauri. È stato infatti deciso che la figura nascosta sarà totalmente ripristinata, dando una nuova connotazione visiva all’intera composizione che, adesso, sarà perlomeno un po’ più affollata. Addio, quindi, all’elegante muro monocromo sullo sfondo, aggiunto in chissà quale momento per assecondare il gusto dell’epoca, che non solo faceva risaltare gli incredibili effetti luminosi per i quali Vermeer è apprezzatissimo ma che accentuava anche il teso e intimo silenzio che ha reso memorabile la scena. Ma, evidentemente, la figura di Cupido doveva piacere molto all’artista, visto che una immagine identica compare anche in un altro suo dipinto, La Donna in piedi alla spinetta, realizzato tra il 1670 e il 1672 e conservato alla National Gallery di Londra, e che si intravede nel Concerto interrotto della Frick Collection di New York.
Pertanto, gli studiosi ritengono che il ritratto della divinità dispettosa possa essere basato su un vero quadro, appartenuto allo stesso Vermeer. Tesi corroborata anche dall’inventario delle proprietà della moglie, Catharina Bolnes, che menziona un oggetto denominato “un Cupido”.
Il lavoro dei restauratori terminerà nel 2020 e richiederà microscopio e bisturi, che consentiranno di raschiare la pittura senza rimuovere la vernice originale. Finora, il Cupido rimane scoperto a metà e l’opera sarà esposta nel suo stato semi-restaurato dall’8 maggio al 16 giugno, presso la Gemäldegalerie di Dresda.

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