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La filantropia non lava la coscienza. Anche il Metropolitan chiude alle donazioni Sackler

di - 20 Maggio 2019
Nuovi sviluppi sul caso Sackler. Il Met-Metropolitan Museum of Art ha annunciato che non accetterà più donazioni da parte della famiglia di filantropi, condividendo una decisione presa nei mesi scorsi anche da altre importanti istituzioni museali statunitensi e britanniche che, per molti anni, avevano beneficiato dei loro generosi finanziamenti. I Sackler sono, infatti, i proprietari di Purdue Pharma, azienda farmaceutica accusata di aver alimentato la crisi americana degli oppiacei attraverso la produzione, dal 1995, e il marketing ingannevole dell’ Oxy Contin, potente antidolorifico a base di ossicodone.
Lo scorso marzo, sulla spinta dell’organizzazione PAIN, fondata dell’artista Nan Goldin che, anni fa, sviluppò una dipendenza dal farmaco, il Guggenheim Museum di New York, la National Portrait Gallery e la Serpentine Gallery di Londra avevano già deciso, per motivi etici, che non avrebbero più accettato donazioni dalla famiglie. In seguito, lo stesso Sackler Trust aveva annunciato la sospensione delle erogazioni, almeno fino a quando le discussioni e le proteste non avrebbero più rappresentato una «distrazione per le istituzioni che chiedono sovvenzioni».
Dopo un lungo periodo di valutazione, adesso anche il Met ha preso posizione, precisando però di non avere intenzione di cambiare il nome dell’ala del museo dedicata alla famiglia – la Sackler Wing, dove si trovano le antichità egizie del Tempio di Dendur, una delle maggiori attrazioni dell’istituzione – almeno fino a quando saranno ancora in corso i contenziosi in cui è coinvolta la società, citata in giudizio da più di 1500 città e contee statunitensi. «La filantropia privata ha letteralmente costruito il Metropolitan Museum of Art. Ogni oggetto e gran parte dell’edificio stesso provengono da individui animati dall’amore per l’arte e dallo spirito di filantropia. Per questo motivo è nostra responsabilità garantire che il pubblico sia consapevole della diligenza che adottiamo per generare supporto filantropico. I nostri donatori se lo meritano e il pubblico dovrebbe aspettarselo», ha infatti spiegato Daniel Weiss, Presidente del Met, aggiungendo: «Nondimeno, in considerazione del contenzioso in corso, in questo momento la linea di condotta più prudente è quella di sospendere l’accettazione delle donazioni da parte degli individui associati a questa crisi sanitaria pubblica».
L’istituzione ha anche puntualizzato che saranno rifiutate solo le donazioni dei membri della famiglia il cui ramo è coinvolto con Purdue Pharma. Pare, infatti, che gli eredi di Arthur Sackler non abbiano niente a che fare con la società farmaceutica, poichè le sue quote furono acquistate dai fratelli, Mortimer e Rymond, molto prima che Oxy Contin iniziasse a essere prodotto. La famiglia, che continua a sostenere la sua innocenza e l’ingiustizia delle accuse, ha mostrato di rispettare la scelta del museo, ribadendo che «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di supportare il prezioso lavoro di organizzazioni così eccezionali e restiamo impegnati a farlo».
La posizione presa dal Met, che sarà seguita anche dall’American Museum of Natural History, si accompagna a una nuova generale politica del museo riguardo le donazioni che, secondo nuove regole codificate, saranno accettate solo nel caso in cui i donatori siano in perfetta linea con gli interessi e la missione dell’istituzione. (Lucrezia Cirri)
In alto: Nan Goldin durante una manifestazione di PAIN contro Purdue Pharma

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