14 aprile 2016

La nuova Tate Modern. Dieci piani di arte internazionale per un museo meno eurocentrico che non dimentica le artiste donne

 

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L’ampliamento della Tate Modern, costato 260 milioni di sterline e in cantiere da otto anni, sarà finalmente fruibile dalla prossima estate, a partire dal 17 giugno. La nuova costruzione, una struttura di dieci piani progettata dagli architetti Herzog & de Meuron, ospiterà principalmente opere d’arte internazionali, con una particolare attenzione alle artiste donne. E la direttrice Frances Morris assicura che si tratterà di una tendenza tutt’altro che momentanea, “un impegno a mostrare la vera storia dell’arte e il contributo apportato da molte donne che per diverse ragioni non sono state considerate”.
La nuova Tate racconterà l’arte contemporanea, dagli anni Sessanta ad oggi, con gli ultimi lavori di Louise Bourgeois, passando per Roni Horn, David Medalla, Carl Andre e Saloua Raouda Choucair. La Boilerhouse, la parte del museo già esistente, ospiterà principalmente mostre incentrate sull’arte moderna.
I curatori assicurano che le opere più importanti, come quelle di Matisse, Picasso e Lichtenstein resteranno al loro posto, ma saranno affiancate da lavori provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente e dall’Europa dell’est, con il chiaro obiettivo di rendere il museo più internazionale e sempre meno eurocentrico.
Nelle prime tre settimane di apertura la nuova Tate offrirà un ricco programma di arte performativa, che vedrà tra i protagonisti Tania Bruguera, Amalia Pica e Tino Sehgal. E nel primo sabato 500 coristi saranno chiamati a realizzare un lavoro con l’artista Peter Liversidge. Siete pronti? (gt)

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