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E alla fine, Dogs That Cannot Touch Each Other non ci sarà. Dando seguito alle più di 712.000 firme raccolte per la petizione online, il Guggenheim ha fatto un passo indietro, decidendo di rimuovere il video dell’opera del 2003 di Sun Yuan e Peng Yu, originariamente compreso nel percorso di “Art and China after 1989: Theater of the World”, grande collettiva sull’arte cinese contemporanea, in apertura il 6 ottobre nella sede di New York.
Nella performance, alcuni pitbull erano posti l’uno di fronte all’altro ma impossibilitati a toccarsi, legati a dei tapis roulant non motorizzati. Inizialmente il Museo aveva difeso la scelta espositiva, chiarendo che in mostra sarebbe stata presentata solo una documentazione video e che la performance originale si era svolta senza alcun maltrattamento. Ma le proteste sempre più veementi, i numeri sempre più grandi e il coinvolgimento di potenti associazioni come PETA-People for the Ethical Treatment of Animals e The American Kennel Club, hanno portato a una risoluzione più sicura: «Preoccupati per la sicurezza dello staff, dei visitatori e degli artisti, abbiamo deciso di non esporre l’opera d’arte. Sebbene questi lavori siano stati esposti nei musei di Asia, Europa e Stati Uniti, minacce esplicite e ripetute hanno reso la decisione necessaria», scrivono dal Guggenheim in un secco comunicato.
Non è stata chiarita la natura delle minacce ma il museo ha deciso di dare un taglio netto a qualunque polemica, eliminando dalla mostra anche le altre due opere incriminate, citate nel testo della petizione. La prima è il video di A Case Study of Transference, opera di Xu Bing del 1994, nella quale due maiali sono interamente coperti di caratteri e lettere dell’alfabeto cinese e latino. La seconda è quella che dà il titolo alla mostra, Theater of the World, installazione di Huang Yong Ping del 1993, una grande e articolata gabbia trasparente nella quale erano rinchiusi diverse specie animali, rettili, anfibi e insetti.
In home: Sun Yuan e Peng Yu, Dogs That Cannot Touch Each Other
In alto: Huang Yong Ping, Theater of the World