Sarà per la particolare conformazione geografica o per la congruenza di certi eventi storici, di fatto, gli Stati Uniti sono l’emblema del viaggio. Tra l’epica del Far West e la
Migrant Mother, tra gli Hells Angels e
On The Road, c’è una ininterrotta strada di terra battuta e asfalto e, a percorrerla, è stato anche
Daniele Girardi. Il progetto di
I Road nacque nel 2010, dopo un lungo periodo di gestazione metropolitana trascorso tra New York e San Francisco, per una residenza. Adesso, l’esperienza di quell’attraversamento da una costa all’altra arriva a Verona, al Forte Santa Sofia, e noi potremo riviverla venerdì, 1 giugno, in occasione dell’evento di chiusura di
Verona Risuona, rassegna di sound art promossa dal Conservatorio dall’Abaco di Verona, dall’Accademia di Belle Arti di Verona e dall’Accademia di Musica e Teatro di Göteborg, dedicata, per questa edizione, al flusso della vita, degli oggetti, delle sensazioni.
13518 km² di deserto roccioso tra la California e il Nevada e oltre, perché il viaggio, se rimane tale, non può avere fine, e la strada è una visione incessante, fatta di vuoti e immagini, silenzi e suoni. L’esposizione, presentata per la prima volta nel 2011, in una mostra a cura di Elena Forin presso La Giarina Arte Contemporanea, era articolata in un’opera di videopittura, poi acquisita dal MACRO, in una serie di immagini in Rollframes e in un’installazione che prevedeva l’asfaltatura di un’intera sala della galleria, in cui trovavano spazio 80 taccuini di viaggio, collegati a un monitor e carichi di disegni, appunti, fotografie, immagini. In occasione dell’evento di chiusura di Verona Risuona, sarà proposta una proiezione continua – presentata dall’Associazione Culturale Urbs Picta e a cura di Jessica Bianchera – della componente video, un’opera di videopittura in tre capitoli, con la strada a fare da filo conduttore.
In alto: archivio2010©danielegirardi, courtesy of La Giarina Arte Contemporanea