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“Ha ampliato le possibilità dell’architettura, focalizzandosi sulle relazioni tra le persone e lo spazio. Crea edifici che stimolano l’interazione tra le persone, raggiungendo in questo modo ambiziosi obiettivi per l’architettura. La sua influenza nel mondo va ben oltre l’architettura, ispira infatti persone dei più svariati campi disciplinari che traggono grande libertà dal suo lavoro”.
Parole di Kazuyo Sejima, Direttore della prossima Biennale Architettura di Venezia, la cui presenza continua a calamitare sulla laguna l’attenzione dei più importanti nomi dell’archiworld globale. Come quello del grande Rem Koolhaas, al quale sono rivolte quelle parole, scritte come motivazione per l’assegnazione all’architetto olandese del Leone d’oro alla carriera.
Difficile riassumere in poche righe il “peso” di un personaggio come Koolhaas, che nel 1975 ha fondato – con Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp – l’OMA (Office for Metropolitan Architecture). Pritzker nel 2000, fra i suoi progetti più noti ci sono il Netherlands Dance Theatre a L’Aia, il Nexus Housing a Fukuoka in Giappone, il Kunsthal a Rotterdam, il Grand Palais di Euralille e di Lille, la Très Grand Bibliothèque, la Seattle Public Library. In Italia, dove è autore fra l’altro del Masterplan per la Nuova Bovisa, a Milano, e del progetto per la Città dei Giovani a Roma, è nota la sua collaborazione con Prada.
La Biennale ha inoltre stabilito l’assegnazione di uno speciale Leone d’oro alla memoria all’architetto giapponese Kazuo Shinohara, scomparso nel 2006, che ha esercitato un’ampia influenza sulla scena architettonica giapponese dando vita alla cosiddetta “scuola di Shinohara”, cui possono essere ricondotte le opere di Toyo Ito, Kazunari Sakamoto e Itsuko Hasegawa.
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