Occasione per avvicinare l’arte contemporanea all’universo dello studio superiore per alcuni, scandalo e mercificazione culturale per il solito club dei benpensanti. Al quale sembra immediatamente iscriversi Rocco Moliterni, capo delle cronache artistiche de La Stampa.
Secondo il giornalista torinese tali iniziative verrebbero adottate dagli atenei non per “omaggiare personaggi che abbian dato lustro alla disciplina, come si faceva un tempo“, ma semplicemente per accaparrarsi “una star che faccia parlare di loro, che funga da esca per le matricole “. Insomma in un articolo uscito sabato scorso su La Stampa, Moliterni dichiara che le lauree ad honorem agli artisti sono usate dalle Università semplicemente “come strumento di marketing in un periodo di crisi “.
Il bersaglio che Moliterni individua è bello grosso (le lauree honoris causa, e ce ne sarebbe da discutere), ma la mira ci pare completamente sbagliata. E non solo perché è indubbio sia l’importante ruolo sociopolitico della ricerca e dell’attuale attività didattica di Pistoletto, sia il dirompente valore sociologico dei lavori di Cattelan, ma anche e soprattutto per un motivo molto più semplice. Ovvero che neppure un responsabile di marketing in preda a delirium tremens deciderebbe di farsi bello dispensando lauree ad artisti visivi contemporanei. Perché gli artisti sono “star” (come dice Moliterni), sì, ma solamente nel nostro piccolo piccolo mondo. Al di fuori di questo sono dei completi sconosciuti che, come tali, sono del tutto inutili -se non disutili- ai fini pubblicitari.
Dunque delle due l’una. O le Università che consegnano lauree ad artisti sono in buona fede, oppure La Stampa è in possesso di statistiche che segnalano gli artisti contemporanei come modelli e punti di riferimento dei diciannovenni italiani in procinto di scegliere l’ateneo dove iscriversi…
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...credo che la fama di Cattelan sia nota non solo agli adetti ai lavori, artisti come lui diventano famosi in fretta anche al di fuori del proprio circolo, in più penso che l' intero "universo ARTE" sia in questo momento à la page. I ragazzini oggi dicono di volere fare gli artisti da grandi ( mio fratello è al terzo anno di liceo classico ed è questo che dice), vanno alle esposizioni, comprano libri e riviste che puntano sulla contaminazione di diverse discipline come la moda, la musica lo sport e l'ARTE.
Chi ha scritto questo articolo sottovaluta tutti questi aspetti, Moliterni li conosce come conosce il detto: "LA PUBBLICITA' E' L' ANIMA DEL COMMERCIO".
Va bene la laurea "honoris causa" per Pistoletto, ma, per carità, non in scienze politiche, ma in conservazione dei beni culturali, in letteratura, in storia dell'arte, che sono i campi più immediati e vicini all'artista. Non entro nel merito delle decisioni di ateneo, ma la scelta di una laurea in un settore che non è immediatamente afferente all'arte è stata errata. E' chiaro che la laurea ad honorem va data a personaggi di chiara fama, ma nello specifico settore di competenza. Gerardo Pecci, Storico dell'Arte.
W Cattelan, Pistoletto e tutte le Università che danno e daranno il giusto riconoscimento ai grandi artisti italiani.
Merda in faccia a tutti quelli che non distinguono l'operato degli artisti da quello di letterine, calciatori, e grandi fratelli vari.
...Io invece credo che la laurea ad honorem in Scienz epolitiche a Pistoletto sia meritatissima! Oltre che essere un grande artista è anche un grande comunicatore del "MEDITERRANEO"!