28 giugno 2012

Le sculture di Henry Moore cambiano location: dall’ambiente naturale allo spazio chiuso. Gagosian porta in galleria le forme giganti dello scultore

 

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Ebbene sì: siamo sempre stati abituati ad ammirare le sinuose scultore di Henry Moore immerse nelle piazze e nei giardini delle città di tutto il mondo. Questa volta però dovremmo ridimensionare le nostre percezioni: la sede londinese di Gagosian ha voluto stupire ancora organizzando nei suoi spazi la mostra “Late Large Forms” interamente dedicata all’artista. L’effetto ha sorpreso sicuramente tutti: entrando nello spazio ci si imbatte nella gigantesca scultura del 1966 Two Large Forms, che si incastra quasi come un puzzle tra le pareti della galleria. «Siamo abituati a vedere le sue opere nel contesto della natura -ha detto Stefan Ratibor, direttore della filiale londinese della Gagosian- ma ho pensato che sarebbe stato interessante esporle in uno spazio circoscritto e ben illuminato.
C’è un senso della loro immensità, che si ottiene meno all’aperto e una tensione, perché avrete la sensazione di poter quasi abbattere l’edificio». Ovviamente portare le opere all’interno ha richiesto un non semplice lavoro di logistica (pareti rimosse e gru da tutte le parti) e l’effetto finale ha notevolmente diviso la critica. Collezionisti e commercianti hanno storto il naso perché le opere di Moore sono destinate soltanto ad essere collocate nell’ambiente esterno e non racchiuse tra quattro mura. «È un’idea del tutto commerciale -ha affermato Rachel Campbell Johnston, critico d’arte del Times di Londra- È stata un’operazione costosa da raggiungere perché le sculture di Moore pesano tonnellate, e Gagosian ha colto l’occasione giocando proprio sulla sua notorietà». Anita Feldman, curatrice di questa mostra e della collezione presso la Henry Moore Foundation nello Hertfordshire, ha dichiarato: «Una delle grandi sfide come curatrice dei lavori di Henry Moore è stato andare oltre le percezioni generali. Le persone pensano di conoscere Moore perché il suo lavoro è in tutto il mondo.
Questa volta volevo fare invece qualcosa che avrebbe cambiato il modo di percepire il lavoro, e in particolare la lettura delle forme. In galleria non hai le distrazioni della natura circostante e le opere evocano il sentimento del sublime nella scultura, in modo ancora più marcato in uno spazio interno». Provare per credere. (Francesca Iani)

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