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Le variazioni di Banksy sul tema Brexit. Ma il nuovo stencil viene subito vandalizzato

di - 29 Gennaio 2018
Banksy colpisce ancora e, di nuovo, sulla Brexit. Lo street artist più chiacchierato degli ultimi anni, tra i pochi artisti contemporanei a comparire puntualmente anche su tutti i quotidiani generalisti, ha infatti riconosciuto la paternità di un nuovo stencil, apparso alcune ore fa sul muro di edificio di Kingston upon Hull, cittadina britannica alla foce del fiume Hull, nella regione dello Yorkshire. La conferma arriva direttamente dalla pagina di Instagram ma nel post non c’è alcuna spiegazione sul tema che, comunque, sembra essere incentrato sulla discussa manovra di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, fortemente voluta da Theresa May ma già avviata da David Cameron.
Un ragazzino in sella a una tag preesistente, bardato di mantello e con uno scolapasta ben calcato in testa, leva in alto una spada di cartone con una matita legata in punta, al grido di «Draw the raised bridge!», ovvero, alza il ponte levatoio, oppure, disegna il ponte levatoio, con un gioco di immagini e parole, tipico della stile di Banksy. Un doppio senso più velato rispetto a quello espresso dal chiacchieratissimo murales sullo Shakespeare Hotel di Dover, in cui un operaio scalpellava una stella dalla bandiera dell’Europa. Eravamo a maggio e la May aveva appena indetto le elezioni anticipate per poter negoziare le modalità della Brexit contando su una base più solida in parlamento, una strategia rivelatasi fallimentare ma che non ha impedito il decorso della manovra. In quella occasione, il murales divenne oggetto di venerazione e, quando si venne a sapere che la proprietà dell’edificio aveva intenzione di abbatterlo, si levarono appassionate voci di protesta. Questa volta, invece, lo stencil è stato subito vandalizzato con una mano di vernice bianca ma a intervenire è stato il Comune stesso, che ha ripulito l’opera e provvederà a installare un pannello di plexiglas, per preservare l’opera. Ovviamente non tutti erano d’accordo, come il conservatore John Abbott, che avrebbe preferito farla rimuovere. Quando la conservazione è anche una dichiarazione politica.

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