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Libera Università Omosessuale, due filmati su Nan Goldin a Bologna

di - 27 Maggio 2002

All’interno degli incontri della Libera Università Omosessuale giovedì 30 maggio 2002 alle ore 21:30 presso la Galleria d’Arte Moderna (piazza Costituzione 3, Bologna) il Cassero, in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, presenta una serata dedicata all’artista Nan Goldin con la proiezione dei filmati I’ll be your mirror e Contacts Nan Goldin.

I’ll be your mirror
di Nan Goldin e Edmund Coulthard, Gran Bretagna 1997, 50′
I’ll Be Your Mirror è un ritratto intimo della vita e dell’opera di Nan Goldin, dalla periferia di Washington D.C. in cui è nata, ai party selvaggi degli anni ’70 e ’80 a New York, all’impatto devastante dell’AIDS sulla sua comunità. Attraverso le interviste ai suoi amici più intimi, e combinando riprese in video e fotografie, Nan ricostruisce la sua vita straordinaria e il ritratto della sua generazione. Gli amici di Nan rivelano le loro esperienze con una sincerità e un’umanità sorprendente.
I’ll be your mirror nasce da una collaborazione con il documentarista inglese Edmund Coulthard e si avvale di una colonna sonora del periodo con brani di The Velvet Underground, Patti Smith, Television and Eartha Kitt. È stato mostrato al ‘Festival Internazionale di Edinburgo’ e al ‘Berlino Film Festival’, ha ricevuto un premio speciale dalla giuria del ‘Prix Italia’ e vinto il premio come miglior documentrario al ‘Montreal Festival of Films on Art’.

Contacts Nan Golden
di Jean-Pierre Krief, Francia 1999, 13′
Contacts Nan Goldin è un documentario dove la stessa Nan Goldin sceglie alcune delle sue fotografie per costruire un percorso visivo ed emotivo molto personale, dove la sua voce e i suoi silenzi analizzano e commentano alcune delle sue immagini più intime e significative. L’impressione che si ha è di condividere l’album dei ricordi di una persona molto vicina, che grazie alle immagini scattate ricostruisce la sua personale esistenza, dalle frequentazioni del college, alle amicizie fondamentali che l’hanno accompagnata dagli anni ’70 ad oggi, ai lutti sopraggiunti in epoca AIDS, alla pacificazione sopraggiunta negli ultimi anni.

Nan Golden è nata a Washington D.C. nel 1953, è cresciuta a Boston, dove ha frequentato la School of the Musem of Fine Arts. Vive a New York dal 1978, dove si è affermata, negli anni ’80 e ‘90, come una delle maggiori esponenti di un’arte che ha rifiutato formalismi astratti e concettuali in favore di una identificazione totale tra arte e vita e dell’immergersi concreto nel mondo e nelle culture delle minoranze sessuali e sociali.
Gli eccessi dell’alcool, della droga, dell’amore e del sesso, le relazioni etero ed omosessuali, la costruzione delle identità sessuali nelle serie fotografiche dedicate alle sue amicizie nelle comunità delle drag queens di Boston e New York, si alternano nella sua opera ad immagini disarmanti che non risparmiano i momenti di maggiore vulnerabilità personale.
La violenta irruzione dell’Aids nel corso degli anni ‘80, che ha sconfitto molti degli anti-eroi protagonisti delle fotografie dell’artista, ha acuito il senso di perdita che caratterizza numerose sue immagini, ma anche la loro valenza sociale e politica: come attivista di Act Up, la Goldin ha organizzato la prima grande mostra sull’Aids a New York nel 1989 e ha fatto parte del gruppo Visual Aids che promosse la giornata mondiale sull’Aids del primo dicembre.
Negli ultimi anni, la Goldin ha rivolto il proprio occhio ad altre culture alternative o “irregolari”, come il mondo della prostituzione nelle Filippine o i giovani protagonisti della ventata di liberazione sessuale in Giappone forse ricercando, in senso lato, i perduti compagni di strada.

[exibart]

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