03 marzo 2015

Libertà di pensiero e una matita gigante. Ricordando Charlie Hebdo da Sensus, a Firenze, con l’installazione doppia del designer Edoardo Malagigi

 

di

Libertà di matita libertà di pensiero, Edoardo Malagigi - da Sensus, Firenze
Sensus Vetrina di Fiesole ospita una nuova installazione, un’opera site-specific realizzata dall’artista e designer Edoardo Malagigi sull’onda emozionale dei tragici fatti di Parigi.
Come tutti sanno l’attentato terroristico alla redazione della rivista Charlie Hebdo è stato vissuto dall’Europa e da tutto il mondo civile come una orribile e vile azione di esponenti del mondo musulmano, per altro non sufficientemente sconfessati dalla parte moderata dello stesso.
Come seconda istanza rimane legata a questa azione, negli animi delle moltitudini di persone che l’hanno subita, un senso di impotenza e di timore per le nostre vite, esposte senza possibile protezione agli eccessi potenziali e imprevedibili di queste persone che usano la religione come mezzo di sopraffazione e controllo ai loro fini di potere.
Una terza gravissima conseguenza rimane quella della censura legata al ricatto violento e alla sopraffazione culturale. Il tentativo di impedire la libera circolazione delle idee e dei pensieri è la molla che ha fatto agire Malagigi che con tutta la forza del suo spirito ha cercato di contrastarla creando un oggetto pratico e simbolico insieme, dando fisicità al suo sentire in reazione all’accaduto.
Da designer, abituato a convertire le cose astratte in reali, ha creato una matita fuori scala di circa 6 metri alla quale ha assegnato il titolo Libertà di matita, libertà di pensiero. Di questa ne ha realizzato una seconda versione di circa 90 centimetri sulle misure della Vetrina di Fiesole. Entrambe leggere, la prima realizzata in cartone come certi giochi per bambini, ha la forza delle cose che ci parlano mute e la surreale autorevolezza della dimensione, l’altra è una vera e propria scultura in legno di balsa, lavorata con la perfezione di un ottimo ebanista ed è in scala 1 a 10 rispetto ad una matita vera. Entrambe posseggono una intrinseca potenza espressiva che da sola vale quanto un esercito.
Alla costruzione della prima grande matita è seguita un’azione che è consistita nel portarla in spalla dallo studio di Fiesole fino a Firenze, con varie tappe, fino ad arrivare alla sede di Sensus. Di questa marcia dalla forza espressiva e simbolica, paragonabile a quella dei tedofori che attraversano il mondo per accendere il braciere che segna l’inizio delle Olimpiadi, è rimasta una traccia nelle foto e nei video realizzati da chi ha voluto accompagnare l’artista nella sua performance. Rimane negli occhi di chi ha visto in questa lunga passeggiata una immagine di serenità e di pace, forse non prevista o immaginata dall’autore, carica dello stupore generato dalla gita di un gigante uscito da una fiaba che se ne va in giro con una improbabile matita simile ad un gotico missile pronto ad essere lanciato nell’enormità dello spazio. La morale di tutto questo è il bisogno di sovradimensionare un simbolo, per renderlo almeno pari allo sdegno che è stato provocato dalla tragedia di Charlie.

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