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La vicenda è una di quelle che periodicamente impegnano più che gli storici dell’arte, i cronisti dell’arte. Ed è notissima, per cui non necessita certo di grandi ricostruzioni: la mutilazione dell’orecchio sinistro subita da Vincent van Gogh nel dicembre 1889. La storiografia ha sempre attribuito il gesto all’autolesionismo dell’artista, in un accesso di quella follia che lo porterà dopo pochi mesi al suicidio. Ora due storici dell’arte tedeschi tornano sulla vicenda, sostenendo – nel libro Van Gogh’s Ear: Paul Gauguin and the Pact of Silence – che il gesto sia responsabilità di Paul Gauguin, notoriamente protagonista di un tormentatissimo rapporto con van Gogh. L’orecchio sarebbe stato reciso da un preciso fendente di spada tirato dall’allora coinquilino, abile schermidore. E la vittima si sarebbe autoaccusata per difendere l’amico, qualcuno ammicca pure amante. Ma qui si entra nel campo dei rotocalchi, e la storia dell’arte si allontana…
[exibart]
Anche la presunta follia è un gossip infondato. La storia di Van Gogh è una favola che ha fatto comodo a troppi.