La bassa capanna di pietre irregolari si confonde con la fitta vegetazione del Lake District, Inghilterra settentrionale. Nel cuore remoto del Cumberland, in questa terra cantata da William Wordsworth e dai poeti romantici per le sue atmosfere oniriche, trovò rifugio Kurt Schwitters che, in fuga dal nazismo, vi portò anche la sua arte tacciata di degenerazione. Qui, nella valle di Langdale, l’artista tedesco costruì il Merz Barn, una piccola casa di campagna concepita per diventare essa stessa un’opera in continuo mutamento, seguendo i ritmi e le suggestioni degli accadimenti quotidiani. Qualcosa di molto vicino alla processualità delle forme biologiche, un nesso reso ancora più evidente dall’ibridazione strutturale e poetica con gli elementi naturali. Così, il Merz Barn sembra un tenace approfondimento del Merzbau, l’opera totale in cui Schwitters, sperimentatore del rapporto tra estetica e spazio, precursore dell’installazione ambientale, trasformò la sua abitazione di Hannover, distrutta poi dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il Merz Barn di Langdale è incompiuto, l’artista morì precocemente nel 1948 ed è possibile supporre che sarebbe rimasto comunque un lavoro non finito. Il sito è tenuto aperto e attivo dagli artisti Ian Hunter e Celia Larner che, attraverso il Littoral Arts Trust, ente non profit fondato nel 1990, organizzano mostre, conferenze, progetti di residenze. Ma l’Arts Council, dipartimento responsabile della distribuzione dei fondi del Governo, ha respinto per la quarta volta la domanda di finanziamento e, adesso, il Merz Barn rischia di essere ceduto in una vendita all’asta. «Vogliamo che l’edificio rimanga aperto al pubblico e non sia gestito da un privato», dicono Hunter e Larner, che promettono di tenere duro. D’altra parte, il Merz Barn ha dovuto affrontare molte difficoltà fin dai primi anni ’60, quando la Tate Gallery rifiutò di prendersene carico e servì l’intervento di Richard Hamilton per portare il caso all’attenzione delle autorità. Eppure, nel 2013, proprio la Tate ospitò una mostra dedicata ai lavori che Schwitters realizzò durante i suoi ultimi anni in Inghilterra.
Tra avversità di ogni tipo, dal temporale che, nel 2016, causò danni per 25.000 sterline, alla mancanza cronica di fondi, nonostante l’appoggio di artisti come Bridget Riley, Tacita Dean e Damien Hirst, questo rarissimo esempio di architettura dadaista – movimento del quale Schwitters, però, non fece mai ufficialmente parte – è sempre rimasto in una situazione di bilico. Simile a un organismo che, nel corso del suo ciclo vitale, reagisce tanto agli eventi naturali e casuali quanto ai fattori antropici e storici. (MFS)
In home: Merz Barn, courtesy Littoral Arts Trust
In alto: Kurt Schwitters e Hilde Goldstein davanti al Merz Barn, c.1946. Foto © K e E Schwitters Stiftung, Hannover