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Continua il progetto di SEA che vede l’arte protagonista dell’aeroporto di Milano Malpensa, con lo scopo di valorizzare il luogo in modo da creare qualcosa di assolutamente nuovo. Dopo l’alternanza di esposizioni dedicate ad alcuni grandi maestri dell’arte italiana come Fausto Melotti, Marino Marini, Giò Ponti e Giuseppe Pelizza da Volpedo, è ora la volta di Leonardo da Vinci. All’antico si affianca il contemporaneo: infatti, fino al prossimo 30 aprile, sarà presente l’opera Everlasting dell’artista di origine albanese Helidon Xhixha – nato a Durazzo nel 1970 – pensata in stretta relazione con uno dei capolavori leonardeschi: L’ultima cena. Quest’ultima è visibile grazie alla tecnologia della riproduzione fotografica in altissima definizione offerta da HALTADEFINIZIONE®, brand riconosciuto a livello internazionale per la sua attività di digitalizzazione e di valorizzazione di opere d’arte e di beni culturali, che dà particolare attenzione ai dettagli minuti e all’aspetto cromatico. Qui, infatti, i colori risultano più brillanti e lucenti di quelli visibili presso Santa Maria delle Grazie, eppure secondo lo studio di alcuni frammenti, in origine doveva risultare più o meno in questo modo per l’utilizzo di lacche. Il risultato voluto è così più brillante e acceso, senza snaturare troppo l’immagine che conosciamo del capolavoro leonardesco, qui riprodotta in 9 pannelli. L’immagine diviene al contempo sfondo e protagonista dello spazio, mentre dialoga con il lavoro del contemporaneo Xhixha; lo scultore crea 13 pilastri di grosse dimensioni in acciaio inossidabile e lucidati a specchio, ad eccezion d’uno costituito dall’opaco acciaio cortèn, simbolo della non trasparenza del traditore Giuda Iscariota. Ogni colonna diviene materiale metaforico del celebre affresco ed è posta simmetricamente davanti al suo corrispettivo: il pilastro posto di fronte all’immagine di Cristo è di dimensioni maggiori e ha una forma leggermente concava, quasi a voler abbracciare il mondo.
L’opera diviene una trasposizione interpretativa in tre dimensioni di Helidon, in cui ci si può specchiare letteralmente dentro e che vuole così riproporre in chiave personale e contemporanea la visione dell’universalità che Leonardo riesce a trasmetterci, tramite la riproduzione di una vasta gamma di sentimenti umani riprodotti sui volti e sui gesti – intesi come fenomeni fisici – dei personaggi dipinti. L’installazione è posta presso l’area di collegamento tra la stazione ferroviaria di Trenord e l’entrata che porta ai terminal. L’aeroporto è una costruzione di passaggio, un non-luogo, da cui si parte verso differenti mete, mentre Malpensa vuole differenziarsi: non vuole essere solo un edificio, bensì vuole essere un contenitore di idee e offrire un nuovo modo di osservare l’arte. Si rimane spiazzati nel vedere per la prima volta o nel ritrovare alcune riproduzioni artistiche come quelle appena che vi abbiamo appena descritto. Lo stupore nasce dal fatto che un aeroporto non sembra il loro luogo d’origine, eppure c’è un senso più profondo in tutto questo. Non si parla solo di arte al di fuori dalle istituzioni tradizionali, quali musei e gallerie, ma anche della creazione di un nuovo sguardo da parte del fruitore; un osservatore del e dal mondo, che – in questo caso – può così godere dell’icona per eccellenza dell’arte milanese. D’altra parte siamo presso la Porta di Milano, luogo adatto a ricordare quanta ricchezza possa offrire questa città, soprattutto ora che siamo giunti alla soglia della fine di questa Esposizione universale. (Micol Balaban)