Forse riusciremo a rivedere delle mostre al MACRO, di certo integrando la programmazione espositiva con una buona area educational e con una serie di attività collaterali. Ma intanto vorremmo lanciare un invito al Comune di Roma e al CdA di PalaExpo, che dovranno vagliare le candidature dei progetti per la prossima direzione del museo di via Nizza. Il bando è in scadenza tra poco meno di una settimana, il 22 luglio.
Come per i concorsi di architettura, che da sempre vengono resi pubblici (per esempio, il sito
designboom.com pubblica quotidianamente progetti colossali che molto spesso restano solo sulla carta) pensiamo che sarebbe un bel segnale, forte e importante, se si decidesse di rendere pubblici tutti i progetti che perverranno all’attenzione dell’Amministrazione.
Sarebbe, così, davvero il principio di una “trasparente” rinascita di quel museo MACRO, affondato prima dall’assenza di una direzione effettiva, tenuto in piedi grazie al lavoro di un paio di curatori e a una programmazione realizzata “navigando a vista”, e poi dalla vicenda dell’Asilo di Giorgio de Finis, incaricato direttamente dall’Assessore Luca Bergamo e di cui conosciamo ormai perfettamente i pregressi, l’evoluzione e il declino.
Ebbene, ora che si torna – in teoria – a un metodo democratico di selezione, sarebbe – ribadiamolo – un grande segno di rinnovamento fondato sulla trasparenza, nonché di riconoscimento per i diretti interessati, se si mettessero in chiaro nomi, cognomi, idee e cifre di chi ha scelto di provare a dare, con il proprio contributo, una nuova chance al MACRO per rinascere. Come potrebbe avvenire questa rivoluzione di civiltà? Semplice: pubblicando sul sito di PalaExpo e RomaCapitale le varie candidature e proposte. Noi di Exibart rilanceremo con piacere i link dove poter leggere i curricula e i progetti, in modo che tutti, proprio tutti, possano farsi un’idea delle proposte, valutare se è stato scelto il migliore e condividere realmente quello che sarà il futuro del MACRO.
Ah, dite che c’è la privacy? Dite che magari qualcuno non vorrebbe veder letto il proprio sudato progetto da tutti gli altri colleghi? Se questa trasparenza risulta quasi utopica, potremmo però rilanciare l’invito chiedendo di sapere almeno da chi sarà composta la commissione giudicatrice dei progetti (e questo dovrebbe essere innegabilmente un punto in chiaro), oltre che i criteri di valutazione dei progetti e i punteggi assegnati alle singole voci ideate dai candidati.
Non credete che sarebbe un bel segnale di “onestà” intellettuale e politica?
Aspettiamo notizie! (MB)