25 febbraio 2016

Madrid/2. Coma va Arco ai galleristi italiani? Ecco cosa ci hanno raccontato i presenti

 

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Le gallerie italiane ad Arco? Sono fedeli e anno dopo anno ci tornano volentieri. «È tutto ben organizzato – attacca Enrico Astuni – ci trattano bene, sono gentili ed efficienti». A parte il fatto che la galleria Astuni, da Bologna, l’hanno trasferita a Berlino. Il nome di questa città compare infatti sotto quello della galleria nel banner del padiglione 7. Gira e gira, insomma, anche a Madrid qualche pecca esce fuori. Il gallerista bolognese porta in fiera i suoi ultimi cavalli da battaglia: Mochetti e Nannucci, più Calzolari e i giovani Cuoghi e Corsello.  
Molto ben allestito e sicuramente uno dei più vasti della fiera, è lo stand di Alfonso Artiaco, altro afficionado di Arco. Dove quest’anno il gallerista napoletano porta, tra gli altri, Darren Almond, un pezzo importante di Liam Gillick, una poetica installazione di Ann Veronica Janssen.
Tutto virato al femminile è lo stand di Raffaella Cortese, che propone Roni Horn, Anna Maria Maiolino, Klara Black e Silvia Bächli, artista con cui il 10 marzo inaugura una nuova mostra in uno dei suoi spazi milanesi. Le vendite? «Al momento  siamo ancora nella fase del guardarsi intorno, delle offerte», dice Cortese. E Artiaco conferma: «Fiera buona ma un po’ lenta».
Chi ad Arco è molto affezionato sono Fabrizio Padovani e Alessandro Pasotti di P420, che a Madrid sono arrivati qualche anno fa nella sezione giovani e che ora sono tra le gallerie affermate, ma che soprattutto sono tra una partenza e l’altra per le varie fiere del mondo: la prossima settimana all’Armory di New York, poi a maggio di nuovo nella Grande Mela per Frieze e nel frattempo a Buenos Aires per ARBA e a Milano per Miart. 
Fedele anche Laura Trisorio, che registra invece un movimento più veloce. Nel suo stand spiccano una video installazione di Eulalia Valldosera, due pezzi importanti di Rebecca Horn, un imponente lavoro di Umberto Manzo e un pezzo di Bill Beckley in mostra nella galleria napoletana fino alla fine di marzo. 
Da Torino arrivano invece Noero e Giorgio Persano. Noero propone un vis-a-vis tra Simon Starling, autore di una sofisticata serie fotografica riguardante l’allestimento (prima e dopo) di una mostra di Brancusi, e Lara Favaretto che porta uno dei suoi ultimi lavori: il cenotafio (ovviamente vuoto) di una persona dimenticata. Giorgio Persano ha un bello stand di impianto poverista, con Pedro Cabrita Reis, Kounellis, Susy Gomez e Julia Sarmento.
Last but not least, una delle corazzate Potëmkin del mercato italiano: Continua. Che qui porta il suo lato sudamericano, con Cildo Meireles e Carlos Garaicoa, e fa vedere i risultati dello scouting a Cuba: Alejandro Camping, Reyner Leyna Noyo e José Yaoue

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