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chissa' come mai la curatrice Cosulich Canarutto non lavora più con la Black Box... forse le mostre organizzate, visti i conti della galleria, non hanno fatto incassare abbastanza?
Economicamente ci può stare nel rischio d'impresa, ci mancherebbe.
Ma vi ricordate cosa c'era scritto nelle note biografiche di Nicolò Cardi inviati alla stampa in occasione dell'apertura? Visti i livelli di abilità finanziaria dell'uomo quantomeno me lo sarei aspettato qualche euro di utile...
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Nicolò Cardi, classe 1978, è l’ideatore di Cardi Black Box. Imprenditore attivo nel settore dell’arte contemporanea, vive tra Milano, Londra e New York.
Figlio del gallerista Renato Cardi, Nicolò Cardi ha studiato al Collegio San Carlo e si è laureato presso la Università Luigi Bocconi di Milano. Divenuto responsabile del marketing e comunicazione della Galleria Cardi, ha contribuito al consolidamento della Galleria raddoppiandone il fatturato e si è costruito un ruolo da imprenditore dell’arte, figura inedita tra i galleristi italiani.
A soli trent’anni, Nicolò Cardi ricopre diversi ruoli significativi: è presidente e membro del cda della società di art advisory ArtNetWort e siede nel consiglio di amministrazione di Madison Corporate Finance.
Nicolo' Cardi: se non fosse per il padre gallerista e la Berlusconi come socia, con l'attenggimento e la simpatia che ha secondo me a stento lo prenderebbero come uscere alla fiera d'arte di Novegro....
diciamo che il giovane Nicolò ha inserito nel bilancio un suo compenso per 180.000 euro così la galleria esce in pareggio e la berluschina paga...altrimenti che si è laureato a fare alla Bocconi....ah boccò!!!
Ricordo un 'intera pagina sul Corriere Della Sera, illustre testata indipendente della Stampa Italiana, dedicata all'inaugurazione (per nani e ballerine)della Splendida Galleria.
Se hanno sforato di tutti questi soldi adesso figurarsi quando avranno fatto 12 fiere internazionali!
e per essere ammessi a tali importanti fiere
cos'hanno fatto? presentato i conti?
(Fortuna che l'arte internazionale è un affare
e fortuna che all'estero sono più "professionali", ah ah ah)
Verrebbe da pensare, allargando il discorso, che dietro i bilanci di certe grosse gallerie ci siano nell'assetto proprietario non solo le versioni estere del Berluschi,
ma la necessità di spendere e forse di lavare. Non per niente Basilea sta in Svizzera!E anche Miami non è una piazza casuale
La Canarutto non c'è più? Finita la carriera?
Perso la corriera?
Giovani artisti, giovani critici ed ex giovani artisti, ex giovani critici, ecco il futuro quasi certo per i seguaci dell'Internazionalismo Fiscale
forse, se puntassero su altri artisti!
Le mostre sono veramente penose.
pur rispettando il lavoro dei gallesristi, pero'forse questa e'la prova probante, che e' ormai ora che le gallerie, e quante cosi' si fanno "opportunamente chiamare, acquistino maggior fiducia in artisti emergenti dalle grandi risorse e che invece vengono sistematicamente e ingiustamente, a mio avviso, scartati, perche' privi di un inutile curriculum, acquisibile peraltro solo da chi ha a disposizione grandi risorse finanziarie. Dunque basta con inutili selezioni e con prezzi inaccessibili. l'arte e' libera e segue il linguaggio anticonvenzionale dell'inconscio, pregno di infinito valore artistico.e' li' il vero curriculum da analizzare.
francamente di atteggiamento e simpatia me ne frego, è che proprio non è rilevante il lavoro che fa, tutto chiacchiere d distintivo
180 mila euro... ma che gli frega a questa gente, per così poco, al limite non escono una sera al ristorante, saltano una uscita in barca e risistemano il bilancio.
Il risultato vero è che non si sono viste delle belle mostre nel box nero.