20 maggio 2015

MIA, ovvero un premio in onore dei concetti di misericordia e compassione. Lo vince Filippo Berta, a Bergamo

 

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Si intitola “Open MIA” ed è il risultato dei festeggiamenti di 750 anni di attività: una fondazione non comune, infatti, MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo.
Che ha promosso, invitando un gruppo di artisti, un contest che attraverso l’arte metta in scena i concetti di clemenza, compassione, comprensione, pietà e giustizia, nel senso più ampio del termine.
Organizzata da BACO – Base Arte Contemporanea – in collaborazione con GAMeC e l’associazione The Blank Bergamo Contemporary Art, sui nomi selezionati per il concorso – Marco Basta, Thomas Braida, Fabrizio Cotognini, Giovanni De Lazzari, Gianluca e Massimiliano De Serio, Giulio Frigo, Oscar Giaconia, Corinna Gosmaro e Massimo Grimaldi – l’ha spuntata Filippo Berta, ancora fresco del Premio Maretti, con la sua azione-video Alumettes
L’opera è stata selezionata da una giuria composta da Giacinto di Pietrantonio (Direttore GAMeC di Bergamo), Corrado Benigni (Referente per la Cultura e l’Arte della Fondazione MIA) e Eugenio Viola (Curator at Large del Madre), e anche in questo caso Fondazione MIA, oltre che essere ente benefico nell’aiutare le antiche e nuove povertà, si pone come attività filantropica per promuovere nuove attività ed opere. 

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