Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Quarant’anni di lavoro, 5mila metri quadrati utilizzati, migliaia di pezzi, un labirinto di colori e forme, e tutto il mondo dell’arte internazionale e italiano arrivato da queste parti.
Ecco la mostra di Matt Mullican, “The Feeling of Things”, a cura di Roberta Tenconi, la più grande retrospettiva mai realizzata sul lavoro dell’artista nato a Santa Monica, California (1951), e oggi residente tra Berlino e New York, attivo dall’inizio degli anni Settanta e pioniere dell’utilizzo dell’ipnosi come pratica performativa nell’arte, all’Hangar Bicocca. E di cui a breve vi consegneremo il nostro approfondimento.
Se quello che da anni si va ripetendo come un mantra, ovvero la capacità di Milano e delle sue istituzioni di fungere da trampolino di lancio, e supporto, in occasione della fiera e di creare “rete” nel costruire programmi d’impatto e duraturi, Pirelli HangarBicocca è l’esempio lampante di come questi piani ormai sembrino essere consolidati e assolutamente attesi da cittadini e addetti ai lavori.
L’esposizione di Matt Mullican apre idealmente le danze di questa seconda “Art Week” ufficiale, e non si poteva desiderare di meglio: un “great show” muscolare, ciclopico, come mai si è sentito commentare che rimarca la potenza e la lungimiranza di una fondazione privata nel costruire cultura.
E tra migliaia di immagini, pittogrammi, icone, codici, segni, simboli e colori, matrici di stampa, video, disegni, parole, lightbox, realizzati attingendo da elementi tratti dal mondo dei film e dei fumetti, dalle icone contemporanee di comunicazione, così come dalla segnaletica degli aeroporti, da illustrazioni scientifiche, da immagini derivate da diverse tradizioni (come i mandala hindu, immagini tantriche e simboli indiani hopi), stavolta se ne sono accorti tutti. E dire che ci voleva una certa dose di coraggio, per lasciare a un artista la possibilità esprimersi in questo modo così totalizzante.
E non sarà un caso se da Germano Celant a Maurizio Cattelan, da Ilaria Bonacossa a Sarah Cosulich ad Achille Bonito Oliva, passando per collezionisti e artisti, tutti erano presenti ad una festa non solo mondana, ma che segna il bel passo che ha assunto una città intera.