I lavori presenti nella mostra “Crossover/s” sono 18, un numero che per Miroslaw Balka, polacco classe 1958, è molto importante: «è composto da 1, individualità, e 8, che simbolicamente è molto legato all’identificazione visiva che si dà all’infinito», spiega lo stesso artista.
Stamattina, infatti, all’HangarBicocca abbiamo potuto scoprire in anteprima la sua mostra, la prima “restrospettiva” in uno spazio italiano. Retrospettiva, però, ci sembra davvero un termine troppo desueto per raccontare un’esposizione splendida, che il Presidente di Pirelli e Hangar – Marco Tronchetti Provera – ha definito un tuffo nella storia d’Europa dell’ultimo mezzo secolo. Verissimo. Le opere di Balka raccontano di confini, di identità, di elementi così “comuni” come il sale, l’acqua, il sapone, i fornelli domestici piuttosto che i ventilatori industriali, che appartengono ad ognuno di noi, e al nostro immaginario.
Costruzioni complesse o semplicissime che affiorano nel buio, e Balka insiste sulla loro natura “ibrida”, nel loro situarsi “Fra” – between – l’essere sculture, installazioni o ambienti.
In quell’ambiente che, invece, è la navata dell’HangarBicocca e che Miroslaw ha usato un po’ con sfida, e un po’ con immenso rispetto: «Perché Hangar è fuori da qualsiasi dimensione, e può terrorizzare gli artisti; perché il nero inghiotte, e perché non è stato facile, nei tre anni che sono serviti a preparare la mostra, rimettere mano e scegliere le opere da installare», ricorda Balka. Il risultato, però, sarà destinato a essere ricordato. «Ma non è solo merito mio, perché una mostra d’arte non è una questione individuale, ma un affare di tutte le persone che contribuiscono a svilupparla, e che hanno la stessa responsabilità dell’artista». Un lungo applauso, e il consiglio spassionato di andare a scoprire parecchie spine nel fianco della nostra epoca, sottoforma di potenti opere.
Sopra: Cruzamento, acciaio, griglie in acciaio, 5 ventilatori, 2007
In home page: Soap corridor, compensato, pittura, sapone, acciaio, 1995