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Museo-ristorante. O ristorante-museo. Al Macro ci sarà lo zampino del Gambero Rosso…

di - 2 Novembre 2010
Dare voce e vetrina alle eccellenze produttive italiane (sia quelle tradizionali, sia quelle avanzate), creare una piattaforma per eventi che si occupi anche del lato didattico, stare attenti al territorio, financo al quartiere, ma soprattutto al Museo che ci ospiterà”. Così parla, interpellato da Exibart, Paolo Cuccia, presidente del Gambero Rosso, nota casa editrice che, in veste di consulente (dal lato “hardware” c’è il solido catering capitolino Nicolai), ha vinto la gara per la gestione del ristorante del Macro.
Dopo essere stati presenti a Venezia durante la Biennale di Architettura – continua Cuccia -, ci abbiamo preso gusto e ora punteremo sempre più spesso sugli ambiti dove la gastronomia intreccia le emozioni, lo star bene”. Ma quale tipo di valore aggiunto potrà dare il Gambero Rosso ad un ristorante di un museo? “Faremo di tutto affinché sia tenuta alta la barra della qualità e su questo Nicolai si è resa disponibile. E poi punteremo sulla comunicazione. Un esempio? Ogni vino – solo quelli selezionati nella nostra guida – sarà spiegato ai clienti”.
Che rapporto avrete con il Macro stesso? “Cercheremo di predisporre, nei limiti del possibile, un’offerta gastronomica che strizzi l’occhio alla proposta espositiva che il Museo ha in corso”. Che rapporto ci sarà, invece, con la vostra Città del Gusto, che ha sede sempre a Roma (oltre che a Napoli) e il nuovo ristorante? “Un legame potrebbe essere trovato nella formula: come alla Città del Gusto, anche al ristorante del Macro ci saranno dei grandi chef ospiti per delle serate speciali”.

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[exibart]

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