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Una installazione ‘in divenire’ dell’artista romana Bruna Esposito (la stessa svastica fatta di legumi che lo scorso anno vinse, nella capitale, il Premio per la Giovane Arte Italiana) prevista per la fine dell’autunno; il ritorno partenopeo del gruppo milanese Studio Azzurro che si confronteranno sul tema del Mediterraneo (Meditazioni Mediterraneo. In viaggio attraverso cinque paesaggi il titolo dell’evento); una grande collettiva che farà il punto sulla giovane creatività napoletana (Anno Zero. Qui ed Ora, il titolo della mostra curata dal critico milanse-napoletano Gianfranco Maraniello) proponendo opere della eccezionale generazione degli under-40 partenopei. Diciotto saranno i ragazzi in mostra, da Bianco-Valente (nella foto un loro recente realizzazione) a Betty Bee.
Pare insomma, impressione confermata dalle ultime dichiarazioni di Eduardo Cycelin, il consulente per l’arte contemporanea per la Regione Campania, che il maestoso castello che domina la città possa diventare (quasi)ufficialmente il Centro d’Arte Contemporanea di Napoli. A dispetto delle polemiche dovute soprattutto ai problemi di raggiungibilità della struttura posta in vetta al colle del Vomero. L’offerta artistica di Napoli verrà poi implementata dal Centro di Documentazione sull’Arte Contemporanea di Palazzo Roccella, in zona Chiaia, in via di apertura e diretto da Lorand Hegyi ex direttore del Museums Moderner Kunst di Vienna. (massimiliano tonelli)
[exibart]