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Nessun italiano a Documenta? Nella lista di Artnet, in compenso, c’è lo chef Ferran Adriá…

di - 6 Maggio 2007

Meglio specificare subito: nessun elenco ufficiale degli artisti partecipanti è stato ancora diffuso, a poco più di un mese dal via, dagli organizzatori di Documenta 12. Anche il direttore Roger Buergel è riuscito a mantenere il più stretto riserbo, a parte qualche sparuto nome infilatosi in generiche comunicazioni, come il fatto che gli ospiti vanno dalla “A” di Ferran Adriá alla “Z” del polacco Artur Zmijewski. Sì, proprio Adriá, il boss del ristorante El Bulli di Barcellona, da poco riconfermato il migliore al mondo dai 651 giurati della rivista specializzata Restaurant Magazine. Un vero artista dei fornelli… Stante il silenzio attorno all’agognata lista, il giornalista tedesco Ludwig Seyfarth ha deciso di costruirsela da solo, pubblicandola sulla versione tedesca del sito Artnet. Un semplice esercizio, ma che potrebbe avvicinarsi alla verità, visto che Seyfarth ha agito da detective carpendo indiscrezioni dai galleristi della recente fiera Art Cologne, spulciando le diverse edizioni del Documenta 12 magazine, compulsando centinaia di news reports e gallery announcements. Scoprendo – ad esempio – che l’artista cinese Ai Weiwei porterà a Kassel 1.001 connazionali, mentre la croata Sanja Ivekovic coltiverà un campo dei papaveri sulla Friedrichsplatz. Questa, dunque, la lista fantasma, nella quale salta all’occhio l’assoluta desolante assenza di artisti italiani. Nella speranza di essere smentiti quando finalmente arriverà l’elenco ufficiale…
Ferran Adrià, Saâdane Afif, Ai Wei Wei, Eleanor Antin, Ibon Aranberri, Monika Baer, Maija Bajevic, Yael Bartana, Ricardo Basbaum, Johanna Billing, Cosima von Bonin, Trisha Brown, James Coleman, Alice Creischer, Ines Doujak, Lukas Duwenhögger, Harun Farocki, Peter Friedl, Andrea Geyer, Sheela Gowda, Simryn Gill, Dimitrij Gutow, Sanja Ivekovic, Emily Jacir, Amar Kanwar, Abdoulaye Konaté, Jirí Kovanda, Zofia Kulik, Louise Lawler, Zoe Leonard, Churchill Madikida, Olga Neuwirth, J.D. Okhai Ojeikere, Charlotte Posenenske, Florian Pumhösl, Yvonne Rainer, Gerhard Richter, Gerwald Rockenschaub, Martha Rosler, Sakarin Krue-On, Dierk Schmidt, Allan Sekula, Ahlam Shibli, Andreas Siekmann / Christian von Borries, Nedko Solakov, Jo Spence, Hito Steyerl, Jürgen Stollhans, Alina Szapocznikow, Imogen Stidworthy, Lidwien van de Ven, Simon Wachsmuth, Xie Nanxing, Artur Zmijewski.

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  • ma quale italiano, meno male che non ci sono, i nostri artisti dormono da piedi, come si dice a roma...........al massimo pensano al portafoglio

  • e noi a AI WEIWEI gli mandiamo 20 vigili urbani della zona Paolo Sarpi e vediamo chi vince!

  • Caro Internet... mi sai che non hai ancora capito come funziona... cerco sinteticamente di spiegarti dato che probabilmente i nostri artisti dormiranno in piedi ma tu non sarai mai stato più di una settimana in un paese estero e forse parlerai a malapena un risicato inglese...
    In Italia non mancano ottimi artisti: mancano istituzioni che li sorreggano e manca un apprioccio estero del sistema di gallerie italiano che sfrutta gli artisti con percentuali da insulto. Un esempio... in italia è raro che una galleria paghi il 50% (per il 90% dei casi si pasa dal 25 al 33!!) mentre all'estero è una costante normale! In più (esempio Germania, Inghilterra e USA) ci sono molte sovvenzioni per artisti sino al caso tedesco dove lo Stato aiuta economicamente gli artisti per la produzione di cultura. Inoltre faccio notare che in italia a dir tanto ci son solo 5 gallerie degne di nota (Minini, Guenzani, Di Carlo, Continua e Zero) e che non abbiamo curatori importanti a livello internazionale. Gli unici che avevamo son più verso la pensione e tendono ad ingrassare il loro patrimonio che a spronare un mondo che non gli interessa più.
    Con questo Documenta esprime (come i nordici han sempre espresso!) la mancanza di ogni qual tipo di struttura e volontà divulgativa non dell'arte italiana, ma dell'arte del sudeuropa!
    Magari il problema fossero solo gli artisti...

  • Colpiti! Abbiamo in effetti fatto il classico scambio di persona, ingannati da una certa somiglianza con Martin Berasategui, altro chef spagnolo. Ce ne scusiamo con i lettori e gli interessati, e ringraziamo Serena per la segnalazione

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