19 ottobre 2012

New York ritrova il suo monumento a Roosevelt, dopo quasi quarant’anni. E si arricchisce di un nuovo parco pubblico d’autore

 

di

Four Freedom Park, a Roosevet Island

Era il 1973 quando il governatore di New York Nelson Rockefeller e il sindaco John Lindsay annunciarono i piani per un memoriale in onore dell’ex presidente Franklin D. Roosevelt. L’incarico era stato affidato all’architetto Louis Kahn, che avrebbe trasformato la punta sud di Roosevelt Island in un parco pubblico. Di quel parco in realtà sono rimasti, negli anni, una serie di disegni e progetti, perché l’anni successivo all’incarico, nel 1974, Kahn è morto, il suo corpo trovato in un bagno di Penn Station. 
E per una volta questa storia fa riflettere sul tempo, che può essere lunghissimo anche se ci si trova nella efficientissima America: nel 2005 William Vanden Heuvel, ex ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite e fondatore del Roosevelt Franklin ed Eleanor Institute, aveva iniziato una campagna per completare il tentativo di monumento in gran parte dimenticato, sensibilizzando l’opinione pubblica sul progetto e attirando una serie di sovvenzioni generose. Con 50 milioni di dollari dei fondi privati ​​e 11 milioni della città, la costruzione aveva preso inizio nel 2010, 37 anni dopo. Il monumento è stato ufficialmente finito ieri, con due filari di alberi sulle sponde dell’East River e un “paesaggio” di granito bianco che sarà aperto al pubblico alla fine del mese.
In tutto questo non bisogna dimenticare il nome del parco: Four Freedom, definito dalla stampa americana come un lavoro di progettazione magistrale, da dove guardare l’isoletta nel suo XIX secolo, con il piccolo ospedale che sembra un romantico rudere perfettamente incorniciato da un paesaggio simmetrico a cui fanno da contrappunto i panorami del Queens e Manhattan, con la lucentezza cerulea del palazzo delle Nazioni Unite, misteriosamente vicino.
E anche se non poteva mancare l’immagine scolpita dell’ex presidente, il grande progetto di Kahn è riuscito a incorniciare New York in uno spazio che si può abitare per ore, dove sentirsi in pace. E, probabilmente, liberi. Seguendo proprio la storia di Roosevelt e le sue quattro libertà dichiarate nel 1941 nel discorso al Congresso degli Stati Uniti: la libertà di parola, di religione, dal bisogno e libertà dalla paura. 

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