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Per “Noi di qua, voi di là”, Ferruccio Orioli mette insieme cartoline, acquerelli e installazioni, frutto di una ricerca sulle barriere di Stati Uniti, Russia, India, Arabia Saudita, che l’artista e architetto veneziano ha portato avanti nel corso degli ultimi anni.
Tutte le opere in esposizione negli spazi di Fiorillo Arte, a Napoli, per la mostra a cura di Brunella Velardi, hanno come elemento comune il filo spinato, oltre il quale si intravedono panorami raffigurati in acquerelli di piccole e grandi dimensioni. Le barriere sono un argomento di cui i media parlano frequentemente e, sebbene questa serie di opere interroghi su una quotidianità fortemente mediata dalle immagini, il tema è esplorato con delicatezza, a partire dalle scelte cromatiche, pur non mancando forza e chiarezza. L’originalità della rappresentazione del tema della barriera è rafforzata dall’esclusione di immagini palesemente cruente, anche nel caso dell’installazione Mai più morti in mare. La serie di cartoline dall’eloquente titolo Da che parte siamo?, affiancata in un continuum di diversi paesaggi rappresentati dietro al filo, permette al visitatore di muovere i suoi passi ed esperire una distanza che è forte perché visiva ma, una volta tanto, non mediata dall’informazione.
Un’alternativa alle serie accomunate dal filo spinato sono gli acquerelli, poi completati con una rete. Sono presenti altri lavori in grande formato come Siamo partiti da molto lontano, 16 fogli ad acquerello su carta che, affiancati, restituiscono la rappresentazione di una barca.
“Noi di qua, voi di là” riesce a costringere il fruitore a oltrepassare quel filo spinato, ponendosi alcune domande su cosa succede “di là”, mentre si prende consapevolezza di cosa significhi volersi fermare all’essere solo “di qua”. (Ambra Benvenuto)