Arèa nasce dal recupero di un vecchio deposito commerciale sito nel rivalutato centro storico di Palermo in Piazza della Rivoluzione, quartiere della fiera vecchia.
E’ uno spazio di 200mq destinato ad ospitare singolari operazioni artistiche, dove diventando un contenitore prezioso di nuove idee di comunicazioni prende la connotazione di luogo culturale e acquista una nuova identità sociale.
Arèa nasce da un progetto di collaborazione e incontro di artisti provenienti da varie ricerche legate al mondo delle arti visive, cinema, musica, teatro, danza, pronti ad interagire con l’esterno, per rispondere alla richiesta comunicativa e culturale della città.
Arèa inaugura in data 25 gennaio 2003 con la collaborazione di Antonio Arévalo, curatore della prima iniziativa culturale di Area. L’ esposizione “No money, no honey” ospiterà per la prima volta a Palermo le opere di tredici artisti del panorama internazionale: Matteo Basilè, Thomas Bires, Erich Breuer, ELASTIC Group of Artistic Research, (Silvia Manteiga & Alexandro Ladaga), Alfredo Fagalde, Alejandro Gomez De Tuddo, Patrick Hamilton, Carlo Fernando Herrera, Maria Rosa Jijon, Cesar Meneghetti, Carlos Motta, Rafael Pareja e Caterina Purdy .
“No Money No Honey” raccoglie e documenta un percorso singolare attraverso simboli e figure ricorrenti, spesso logore, che affollano l’immaginario collettivo di questo scorcio di secolo. Un immaginario che basa la sua sopravvivenza sul valore dei soldi e che vuole tenere insieme lo splendore dell’ostentazione eccessiva dei nuovi miti imposti dai media e i canoni iconografici più antichi e colti delle tradizioni culturali. Un viaggio spericolato e inconcluso in questo ampio e variegato panorama, che tredici artisti emergenti di diversa provenienza e nazionalità conducono e raccontano con tecniche e materie che variano, dalla fotografia al disegno, dalla pittura all’immagine sintetizzata, intrecciando saperi alti e linguaggi pop, storia e cronaca, fumetto e poesia, in una fitta trama di rimandi e citazioni che si spinge, con sorprendente e spesso, ironico azzardo a non voler concedere nulla per nulla; al confine tra biografia sentimentale e analisi sociologica, fra memoria letteraria e sperimentazione tecnologica.
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