08 febbraio 2019

Oggi puoi fare un fantastico viaggio intorno alla Land Art, usando Google Maps

 

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Abbiamo usato la complessa funzionalità Street View di Google Maps per osservare da vicino fenomeni sbalorditivi: teneri gattini capitati davanti alla camera così per caso, persone in atteggiamenti intimi, automobili parcheggiate in verticale. Ma alzando lo sguardo giusto di qualche scroll, possiamo ammirare anche altro, per esempio, le opere di Land Art più suggestive, puntualmente segnalate tra i punti di interesse.
Presupposto inevitabile per la fruizione della Land Art è recarsi direttamente sul luogo, per esperire il contesto, prepararsi a entrare in quel tempo e in quello spazio. Ma dobbiamo ammettere che percorrere la Spiral Jetty di Robert Smithson a Rozel Point, Great Salt Lake, Utah, con l’omino arancione di Google ha comunque un certo fascino. Smithson la realizzò nel 1970, con l’aiuto di un trattore e di diversi autocarri, visto che doveva spostare circa 6mila tonnellate di roccia e terra dal bordo del lago, per formare una spirale in senso antiorario.
Invece, nel 1969, nella valle del Moapa, non distante da Las Vegas, Michael Haizer di tonnellate di roccia ne spostò 240mila, grazie all’aiuto di cariche esplosive, per creare la lunga trincea di vuoto di Double Negative. «Non c’è niente lì, eppure c’è una scultura», ha detto una volta l’artista, la cui opera più imponente, City, una sorta di città ancestrale e megalitica, è ancora in fase di realizzazione. Inziata nel 1972, sarà conclusa nel 2020 e le donazioni sono bene accette. Magari vi possono dedicare anche una piazza.
Chi non ha badato a spese, economiche e di tempo, per spostare terra, sabbia e roccia, è James Turrell, il cui Roden Crater, in Arizona, è tutt’ora in corso, dal 1970. Il progetto è quantomeno intrigante, visto che stiamo parlando di un’opera installata in un vulcano spento, una serie di tunnel nei quali la scansione dei cicli del tempo geologico e celeste può essere vissuta in prima persona, davanti ai propri occhi. Da rimanere a bocca aperta e con il naso all’insù per secoli. Insomma, si tratta pur sempre di Turrell e suona talmente fantastico che anche Kanye West ha promesso 10 milioni di dollari per aiutare il grande artista a terminare l’opera della sua vita.
Un’atmosfera un po’ alla Area 51 si respira osservando, dall’alto del satellite Google, la processione di cubi di cemento di Donald Judd, che creano una sorta di misteriosa processione lungo il confine della sede della sua Chinati Foundation, sorta sulle spoglie di una ex base militare a Marfa, nel Texas Occidentale. Marfa è una piccola cittadina, i suoi abitanti sono persone piuttosto tranquille ma un po’ di problemi di buon vicinato insorsero i primi tempi, quando durante la notte si iniziò a sentire la sinistra musica delle cornamuse, strumento preferito da Judd. Credevano che l’artista fosse a capo di una strana setta, cose che da quelle parti possono capitare.
Tra i grandi classici della Land Art su Google Maps, non poteva mancare Sun Tunnels, opera realizzata tra il 1973 e il 1976 da Nancy Holt, che è stata anche moglie di Smithson. Si tratta di quattro grandi cilindri di cemento nel deserto dello Utah, disposti in modo tale da incorniciare l’alba e il tramonto durante il solstizo d’estate e d’inverno.
Vero che negli Stati Uniti c’è la più alta concentrazione di opere di Land Art ma qualcosa di interessante si trova viaggiando di mouse anche da qualche altra parte. Per esempio a Hurghada, in Egitto, sul Mar Rosso. Poetica è Desert Breath, installazione scavata nella sabbia del deserto dal collettivo DAST Arteam tra il 1995 and 1997. In questo caso, sono stati spostati circa 8mila metri cubi di materiale e gli 89 coni di sabbia e gli 89 fori disposti a spirale intorno a una vasca si estendono per circa 100mila metri quadrati di deserto. Dal 1997 a oggi, l’acqua nella vasca è evaporata ma i coni e le depressioni sono incredibilmente ancora al loro posto, immutabili nel tempo. Almeno a quanto sembra da Google Maps.

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