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Alla fine è successo, la Procura di Genova inscrive tre persone nel registro degli indagati e sequestra 21 opere, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti falsi esposti per la mostra su Modigliani a Palazzo Ducale che, per agevolare tutti gli accertamenti investigativi, ha scelto autonomamente di anticipare a oggi la chiusura dell’esposizione, prevista per il 16 luglio.
Arriva così a un punto di svolta una vicenda sviluppata in più fasi, dalle accuse di Carlo Pepi sui social network all’esposto alla Procura della Repubblica, fino alla lettera inviata ai genovesi da Francesco Belais, Assessore della Cultura di Livorno, città natale di Modigliani, passando per la relazione di Mariastella Margozzi che, incaricata dai carabinieri del nucleo operativo tutela patrimonio culturale di Roma, aveva confermato i dubbi sull’autenticità delle opere.
Agli indagati, tra i quali sembra esserci anche il curatore della mostra, Rudy Chiappini, si contestano i reati di falso di opere d’arte, truffa e ricettazione. Saranno messe alla prova con un caso di grande risonanza, le novità recentemente introdotte dal Ministro Dario Franceschini nella disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio artistico, che prevedono pene più aspre proprio per quei reati. Comunque, Palazzo Ducale prende le distanze e difende la scelta di commissionare la realizzazione della mostra a MondoMostre Skira, partner con il quale l’ente genovese ha già collaborato in diverse occasioni e leader nel settore dell’organizzazione di grandi eventi culturali. Ma a prescindere dall’esito delle indagini, Palazzo Ducale ha già avuto un pessimo ritorno di immagine, pertanto, si comunica in una nota, l’ente si dichiarerà parte lesa.