L’associazione Artegiovane di Milano, l’Associazione Acacia, l’Associazione Galleristi d’Arte Moderna e Contemporanea, l’Associazione Viafarini e la critica Francesca Pasini, hanno elaborato un documento per chiedere a Davide Croff, presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, il ripristino del Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia.
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è una vergogna tutta Italiana è ora di dire basta!
per farla bene, la lettera andrebbe spedita anche al dormiente ministro urbani !
La sera del 26 aprile, nel corso dell'inaugurazione del quarto capitolo della Season, sarĂ possibile firmare la petizione presso la galleria Pack in Foro Bonaparte 60 a Milano.
Ma non ci posso credere: com'è possibile che non ci sia il padiglione Italia? Ma perchè??!!Qualcuno mi dia una risposta, Vi prego!!!
Raccolta firme x Boresta e Sraccolta firme per il Padiglione Italia - Biennale Venezia 2005
Collezione Boresta http://www.placesofart.com/pino_boresta.htm - 4k
Mi permetto di segnalarvi la seguente iniziativa cui sento il dovere di promuovere perché giustizia venga fatta.
Vi ringrazio per il tempo che vorrete dedicarmi.
Pino Boresta
Oggetto: Raccolta firme per far si che all’artista Pino Boresta vengano date più opportunità per esporre il proprio lavoro, opere, interventi urbani, progetti sperimentali, etc.etc sia nelle sedi delle seguenti associazioni; Associazione Acacia, Associazione Galleristi d'Arte Moderna e Contemporanea, Associazione Viafarini, Associazione arte giovani, sia in altre Associazioni, Fondazioni, Gallerie private, Musei, o altri spazi ed enti istituzionali e non. Magari con l’apporto e l’aiuto del curatore e critico Francesca Pasini e molti altri.
Ho intenzione di inviare ed indirizzare questo elaborato anche a Davide Croff, attuale Presidente della Biennale di Venezia.
Mio obbiettivo è far sì che nei mie confronti, ma soprattutto nei confronti del mio lavoro che porto avanti da tanti anni (da molti apprezzato ma non disposti a sostenerlo per le solite ragione che è inutile che io ribadisca nuovamente, visto che tutti le conoscono bene) vi sia la giusta e dovuta attenzione che ritengo di meritare. Che il Padiglione Italia torni ad essere sede ufficiale della nostra rappresentanza nazionale non me ne po’ fregare de meno, visto che come vanno le cose in questa nostra italietta dell’arte contemporanea si correrebbe solo il rischio di peggiorare ulteriormente le possibilità di un’eventuale partecipazione a coloro che lo meriterebbero realmente. Pertanto esorto tutti coloro che hanno ricevuto la lettera che riporto al termine della seguente a non firmarne l’appello ma vi consiglio vivamente di sottoscrivere il seguente.
Perché il presente documento abbia valore legale è necessario raccogliere un minimo di 10.000 firme.
Per questo potete preparare un foglio contenente una griglia per la raccolta delle firme che vi prego di stampare e far compilare a tutte le persone interessate all'argomento estendendo la sottoscrizione a piĂą persone possibili.
Una volta completato è fondamentale che il foglio originale venga restituito via posta al seguente indirizzo. Pino Boresta via Garibaldi 55 00037 Segni (Roma) per ulteriori informazioni chiama il 3398279766.
Confido nel vostro entusiasmo per portare a compimento questa operazione che richiede grande sforzo da parte di tutti voi, ma che sarete sicuramente contenti di affrontare come "amanti e sostenitori dell'arte contemporanea".
A questa iniziativa aderiranno musei, critici, associazioni, gallerie, collezionisti e semplici appassionati che spero confermino il loro appoggio intellettuale.
Per ottenere 10.000 firme è sufficiente riempire 200 fogli con 50 sottoscrizioni, la matematica non è un opinione come spesso succede per l’arte.
Sono quasi certo che ce la faremo.
Grazie per il vostro contributo
Pino Boresta un artista di merda
Lettera a me arrivata:
Collezione Peruzzi http://www.collezioneperuzzi.it
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Mi permetto di segnalarvi la seguente iniziativa a cui mi sento di aderire in toto.
Vi ringrazio per il tempo che vorrete dedicarci.
Vittorio Peruzzi
Da: "Artegiovane Milano"
Data: Mon, 4 Apr 2005 18:31:17 +0200
A: "AGM ARTEGIOVANE MILANO"
Oggetto: Raccolta firme per il Padiglione Italia - Biennale Venezia 2005
Cari amici,
vi trasmetto il documento che - insieme all'Associazione Acacia, all'Associazione Galleristi d'Arte Moderna e Contemporanea, all'Associazione Viafarini e a Francesca Pasini curatore e critico - abbiamo elaborato ed indirizzato a Davide Croff, attuale Presidente della Biennale di Venezia. Nostro obbiettivo è far sì che il Padiglione Italia torni ad essere sede ufficiale della nostra rappresentanza nazionale.
Perché il documento abbia valore legale è necessario raccogliere un minimo di 10.000 firme.
Per questo abbiamo preparato un foglio contenente una griglia per la raccolta delle firme che vi prego di stampare e far compilare a tutte le persone interessate all'argomento estendendo la sottoscrizione a piĂą persone possibili.
Una volta completato è fondamentale che il foglio originale venga restituito via posta o via fax, al numero 0266804473 oppure 0286465450
Confido nel vostro entusiasmo per portare a compimento questa operazione che richiede grande sforzo da parte di tutti noi, ma che siamo contenti di affrontare come "amanti e sostenitori dell'arte contemporanea".
A questa iniziativa hanno aderito musei, critici, associazioni, gallerie, collezionisti e semplici appassionati che ci hanno confortato con il loro appoggio intellettuale.
Per ottenere 10.000 firma è sufficiente riempire 200 copie del foglio allegato!!!
Sono quasi certo che ce la faremo.
In allegato trovate copia della lettera e scheda da scaricare.
Grazie per il vostro contributo
Il Presidente di Artegiovane Milano
Paolo Agliardi
Al Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, Davide Croff
La Biennale di Venezia, a differenza di quelle nate successivamente, oltre che dalla mostra del Direttore, è caratterizzata da quelle dei Padiglioni, che rappresentano, a tutti gli effetti, le singole nazioni.
L’Italia, in quanto paese ospitante, aveva un Padiglione più ampio per presentare sia gli artisti italiani, sia la mostra del Direttore, che negli anni si è estesa alle Corderie e, dal ’99, a molti altri spazi dell’Arsenale. Ma, dal ’99, con la prima edizione di Harald Szeemann, il Padiglione Italiano è confluito nella mostra generale.
Dare più spazio al progetto del Direttore, ha rinnovato il prestigio della Biennale di Venezia, che è la madre di tutte le Biennali, ma l’assenza di un nostro Padiglione ha creato una disparità nella discussione critica, altrettanto importante, tra l’Italia e i singoli paesi.
Tutti quelli che hanno sede storica, ai Giardini di Sant’Elena, hanno mantenuto il proprio Padiglione, mentre quelli che non erano rappresentati, e che ad ogni edizione aumentano, si dotano di un Padiglione temporaneo in città .
L’unico paese che non ha più un proprio Padiglione è l’Italia.
Un’incongruenza clamorosa: è normale che vi sia particolare attenzione agli artisti del paese che ospita rassegne quali Documenta, Manifesta e altre Biennali; invece, a Venezia, dove ogni paese è chiamato a proporre le ricerche più avanzate, l’Italia non ha più una sede per farlo.
Non è una sparizione senza conseguenze: tuttora ha grande valore il premio assegnato al miglior Padiglione, un premio dal quale l’Italia è di fatto esclusa, visto che non c’è un luogo adeguato, dove dar conto della propria ricerca.
La dialettica tra le scelte del Direttore e quelle dei Commissari Nazionali non risponde solo al modello storico della Biennale veneziana, è anche una testimonianza del dialogo tra diverse identità nazionali, che sta alla base dell’attuale criterio di riconoscimento artistico.
La Biennale di Venezia è l’occasione più importante che abbiamo in Italia per partecipare ad un simile dialogo, non possiamo sottrarci a questo compito.
Chiediamo pertanto al Presidente Croff:
1) Che il Padiglione Italia torni ad essere la sede di rappresentanza nazionale.
2) Che venga istituita una commissione nazionale di critici, curatori, direttori di musei e specialisti del settore che nomini, per ogni edizione, un Commissario Nazionale al quale affidare il Padiglione Italia, come avviene in tutti i paesi presenti alla Biennale di Venezia.
Solo così si può ristabilire un equilibrio nella partecipazione degli artisti italiani, solo così le autonome scelte del Direttore e del Commissario documenteranno un reale confronto critico sulla selezione italiana.