Pantheon a pagamento. Il direttore generale Musei del Mibact, Antonio Lampis e il camerlengo, monsignor Angelo Frigerio, hanno firmato questa mattina, alla presenza del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschni, e del vicario per la diocesi di Roma, monsignor Angelo De Donatis, le modifiche alla vigente convenzione che disciplina l’accesso dei turisti al complesso del Pantheon/Santa Maria ad Martyres. Oggetto delle modifiche la valorizzazione e la tutela del celebre monumento pagano, consacrato a tutti i martiri come chiesa cristiana nel 609, e l’introduzione, a partire dal 2 maggio 2018, di un biglietto d’ingresso di 2 euro. Si legge nel comunicato stampa che “Il biglietto servirà al ministero per far fronte a una migliore valorizzazione e tutela del monumento, alle spese di manutenzione e a garantire una maggiore sicurezza durante le visite. Vista l’assoluta unicità e specificità del Complesso monumentale per la contestuale fruizione di fedeli, visitatori e studiosi, e restando fermo l’orientamento della Diocesi di Roma di non porre vincoli economici al libero accesso ai luoghi di culto, continuerà a essere libero l’accesso per l’esercizio del culto e delle attività religiose. Sarà cura del Mibact fornire adeguata informativa ai visitatori circa la sospensione delle visite turistiche durante le attività di religione e di culto liberamente programmate dall’Autorità ecclesiastica”.
Quello che è certo è che per le casse dello Stato, sarà un bel gruzzolo. Il 2016 (fonte: Ufficio statistica Mibact) si è chiuso per il Pantheon con 7.994.505 visitatori, consacrandolo nel palmarès dei monumenti più visitati. Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini aveva annunciato l’ingresso a pagamento del Pantheon ai primi di gennaio scorso. E ora è realtà. Come lo sono le polemiche con il vice sindaco di Roma, Luca Bergamo, che oggi si sono puntualmente riaccese. Qualche ora dopo la firma dell’accordo Mibact-Vicariato, Bergamo ha infatti dichiarato: «È un momento triste, prodotto dall’idea che il godimento dell’arte sia principalmente appannaggio del turismo, invece che veicolo per la formazione delle persone e del loro benessere. Lo è anche perché nuovamente il Governo adotta decisioni che hanno impatto sulla vita della Capitale, senza cercare un accordo con chi l’amministra». E ha aggiunto il vice sindaco: «Continuerò a opporre questa misura, anche chiedendone la revoca al Governo che uscirà dalle prossime elezioni politiche. Nel frattempo mi auguro che il Ministero abbia pensato ad accantonare fondi da trasferire a Roma per coprire i costi delle misure aggiuntive di vigilanza urbana e polizia amministrativa che, necessariamente, deriveranno dalla formazione di code sulla piazza». (Cesare Biasini Selvaggi)