Arrivato alla sesta edizione, dal 9 al 14 marzo il Festival Nemo “invade” completamente gli spazi del Forum des Images a Parigi e si focalizza quest’anno (unico tra i festival francesi) sull’immagine sperimentale nella sua più ampia accezione, senza dare definizioni necessariamente restrittive, ma offrendo invece un panorama a tutto tondo sulle produzioni video “non convenzionali”. L’approccio è vasto in tutti i sensi: 440 opere, tra cui alcune selezionate da altri importanti festival internazionali dedicati alla videosperimentazione (onedotzero, backup_festival, Bitfilm-Festival, Curtas Vila do Conde, Ovarvídeo). Oltre al cinema cosiddetto “innovativo”, anche installazioni e video interattivi, videoarte, animazioni 2D o 3D, videoclip, net art, performance, vjing e videogiochi.
Per la rassegna Panorama International si passa dai nomi più conosciuti, come Shirin Neshat, Robert Cahen, Alexander Rutterford (per i Radiohead), Tim Hope e Pete Candeland (per i REM) ai lavori più interessanti “sfornati” dalle scuole di cinema (L’ècole est finie), dal mito immortale di Hollywood (da non perdere il frenetico Fast film di Virgil Widrich) al filone video ispirato alla tragedia delle Torri Gemelle…
E ancora: manipolazione in tempo reale di immagini e musica contemporanea, montaggio live di film (come nella performance Digital_Cinema di Jérôme Duval et Jean-Yves Leloup), lungometraggi sperimentali (come Silent Room di Dominique T. Skoltz e Herman W. Kolgen), “Notti Trash” dedicate ai film di Jon Moritsugu, incontri con collettivi di vj e con autori di net art, cinema interattivo, videoclip…
Un programma volutamente molto vario, per individuare le “zone di confine” disegnate dall’immagine in movimento, aperte agli input di arte e tecnologia, continuamente cangianti, ma soprattutto impossibili da definire con etichette troppo anguste. (monica ponzini)
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